Guardavo un video, credo correlato a Ifixit, dove smontavano un macbook air con M1. Quello che mi ha lasciato di stucco è quanta poca componentistica ci sia. Cioè la scheda madre praticamente non esiste, il SoC (system on a Chip) della Apple è bello grande, ma in realtà è tutto li dentro. Il resto della motherboard erano chip della RAM che oramai sono del tutto irriconoscibili dagli iconici “banchi di memoria” che abbiamo imparato a conoscere dagli anni 80.
Anche il dissipatore (il macbook air non ha ventole) era tutto quello che non ti aspetti. Una piastra, presumo di acciaio, lineare anche se modellata per stare nella scocca in alluminio. Anche qui nulla a che vedere con i dissipatori di cui uno sarebbe portato ad immaginarsi sentendo questa parola. Niente alette o condutture di dissipazione. Al di là del fatto che il SoC Apple non scaldi granché, è evidente che un dissipatore molto grosso lo avevano sotto il naso, cioè l’intera scocca del portatile. Ed oggi si rivede più o meno lo stesso concetto anche sui recenti iMac.
In questi giorni girano i rumors sul prossimo M1 che potrebbe chiamarsi M1X oppure M2. Il nome ormai è una mera questione di marketing, aggiungere una lettera o aumentare un numero significa impattare sulle vendite spingendo un prodotto o l’altro.
Sulla sostanza, se le notizie saranno confermate, si parla di un aumento dei core. Oggi ce ne stanno 8, sul prossimo si parla di 10. Ma sarebbe la loro composizione a cambiare, infatti oggi quelli deputati al basso impatto energetico, cioè i lavori semplici da svolgere, sono quattro, domani sarebbero due. Probabilmente hanno trovato una quadra per poter sfruttare con il software per quello che basta da usare in modo più intensivo questi due core, spingendo a piena potenza, probabilmente opportunamente modulata, i restanti otto. Cioè il numero dei core prestazionali potrebbe variare nel numero d’uso lavorativo. D’altronde il software del sistema operativo se lo stanno scrivendo per conto loro, è chiaro che questi “trucchi” si possono e si devono usare.
L’ampiezza massima della RAM arriverebbe addirittura a 64 Gigabytes, contro i 16 attuali. Questo fa supporre che il vero tallone d’Achille, ovvero le GPU, siano in fase di sviluppo. Infatti anche quel comparto attinge alla RAM poiché appunto il SoC essendo uno “succhia” dallo stesso serbatoio per tutte le operazioni. Cioè quelle relative alla CPU, la GPU, le Reti Neurali, eventuali sensori/dispositivi esterni, oltre alla parte dedicata alla crittografia della security, che loro chiamano “secure enclave”.
Oggettivamente non so come il mondo CISC, cioè quello Intel / AMD + Windows per capirsi, possa parare un colpo simile. L’unico campo che può sicuramente amministrare con serenità è quello dei modelli economici, che però appunto per natura stessa è un porto di mare, cioè gente che compra senza sapere cosa sta facendo, o persone che hanno realmente un budget basso. Non è un caso che proprio Windows sia più preoccupata di Google con Chrome OS che di Apple.
L’altro, quello mid-range / alto, non c’è storia. Apple sta andando a coprire tutte le zone, e lo fa con un vantaggio competitivo tecnologico enorme. Per colmarlo ad una concorrenza che però deve essere agguerrita e coesa, gli ci vogliono non meno di cinque anni. E per definizione il comparto è agguerrito ma non coeso. Cioè una HP o una Dell anche se ci mettono del loro meglio, si trovano con il sottostante relativo a processori e sistemi vari, che se anche fosse il non plus ultra andrebbe ad inciampare rovinosamente sul sistema operativo e i driver. Quindi i cinque anni, che nel settore sono uno sproposito, sono in realtà almeno dieci.
E questa finestra servirà ad Apple per costruirsi quella narrazione che diventa gergo popolare. Cioè oggi se dici la parola “tablet” è indiscutibile che si pensi visivamente ad un iPad. Se vuoi acquistare un tablet la prima scelta e forse pure l’unica che vorrai fare, è quella di comprare un iPad. Fra cinque anni quando penserai ad un portatile o un fisso, la prima scelta e forse l’unica che vorrai fare, avrà il simbolo di una mela mozzicata nella scocca.
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