Con l’arrivo nel 2017 dell’iphone X Apple ha mostrato al mondo il suo sistema di riconoscimento facciale. Che va detto essere molto più complesso ed articolato rispetto alla concorrenza. Sia prima di allora che dopo.
Infatti gli altri si limitano ad utilizzare la fotocamera. Con algoritmi più o meno ricercati identificano chi hanno davanti. In linea di massima può andare bene per una soluzione piuttosto superficiale, infatti se mettiamo la foto di qualcuno, o se ci sono condizione di luce particolari, il sistema potrebbe fallire o nelle migliori delle ipotesi chiedere l’accesso via password testuale.
Quello messo a punto dalla Apple è ben più complicato e la dimostrazione è il “Notch” cioè la parte occupata sullo schermo superiore che contiene alcuni componenti. Che sono tre:
Un proiettore di una griglia di punti (ben trentamila) che invisibili all’occhio umano vengono disegnati sul viso del bersaglio.
Per fare in modo di “vedere” informaticamente questi punti è necessario quindi una fotocamera ad infrarossi, che non si limita a vederli ma anche a mapparli in tridimensionalità. Cioè è come se il viso ricevesse un calco in tempo reale.
Per ultimo un illuminatore (anche questo invisibile all’occhio umano) che permette ai due componenti precedenti di operare anche al buio.
L’elaborazione viene crittografata ed elaborata da una parte dedicata del System On a Chip. Quindi questi dati sono sostanzialmente inaccessibili da terzi o dalle App installate nel telefono.
Apple in alcune slide della presentazione del 2017 disse che il Face ID rispetto al Touch ID era mostruosamente più sicuro (vado a memoria, quindi potrei sbagliare, ma mi pareva si parlasse di un milione di volte più preciso). Dunque perché Apple non pare crederci?
Fino ad oggi questa tecnologia è stata utilizzata negli iPhone e solo nei top di gamma degli iPad. In quattro anni avrebbe dovuto esserci un miglioramento sia industriale che software ma in realtà sembra cristallizzato.
Per contro abbiamo visto considerevoli migliorie sul Touch ID. Infatti nell’iPad Air lanciato nel 2020, il sensore è stato notevolmente rimpicciolito pur rimanendo egualmente veloce ed efficace. Nei portatili era presente prima del 2017 e siccome non ci sono stati stravolgimenti particolari, dal punto di vista progettuale e ingegneristico può essere plausibile che lo si continuasse a proporre.
Ma è con il recente iMac da 24″ con chip M1 del 2021 a lasciare perplessi. Appunto il SoC è sicuramente pronto per un sistema di riconoscimento facciale. Eppure il prodotto non solo ha introdotto un touch ID che prima non aveva, ma per giunta questo è wireless! Cioè il team di sviluppo si è impegnato e anche parecchio per questa soluzione, che quindi esula anche dal piano economico. La massima “Ricicliamo tecnologia già consolidata” non si applica in questo caso. Come non bastasse il Face ID sull’iMac sarebbe costato meno sia in sviluppo che in produzione finale e quindi sul prezzo del prodotto stesso.
Ne consegue che l’unica risposta logica sia che nemmeno Apple creda in questa tecnologia.
Image by mohamed Hassan from Pixabay
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