A quanto pare quello che doveva essere tenuto segreto non lo è stato per molto. Un video che riprende la registrazione delle telecamere di sicurezza del Mottarone mostra gli ultimi istanti di vita di 14 persone.
La cabina numero tre è letteralmente arrivata, manca qualche metro, tanto che l’addetto della stazione è li pronto ad aprire i cancelli per far scendere le persone. Un gesto che avrà ripetuto migliaia di volte. Ma qualcosa non va, si vede l’addetto che guarda verso l’alto due volte, il cavo si spezza perché poco dopo lo si vede cadere a terra. La cabina si inpenna all’indietro facendo cadere al suo interno tutti gli occupanti. Si rimette in assetto ma scende ad una velocità folle all’indietro, verso valle.
Come sappiamo il freno di emergenza era inibito, la corsa della cabina arriva fino al pilone, dove probabilmente per la velocità esce dalla sede del cavo portante e precipita. Fortunatamente non si vede l’impatto al suolo. Di certo dalle immagini pare praticamente certo che non ha sbattuto contro il pilone come invece era stato detto.
Se il freno di emergenza fosse stato libero di operare non ci sarebbe stata nessuna tragedia. La cabina avrebbe ondeggiato a uno/due metri dall’arrivo e probabilmente persino il recupero delle persone non sarebbe stato così complicato. Di certo qualcuno si sarebbe fatto male visto il contraccolpo, la cabina si gira quasi di 90° e la gente dentro è stata per forza sbalzata, ma di certo nessuno sarebbe morto.
Questo porta ad un senso di tristezza e rabbia. Uno o due metri ancora… ma il destino, pur inquinato dall’iniquità dell’uomo, aveva deciso diversamente. Insomma quando prendi la funivia, l’autobus o il treno, non è che ti poni lo scrupolo di controllare, ma poi controllare che cosa? ci deve essere la fiducia nel prossimo, per forza.
La dinamica ora è stata svelata al mondo, d’altronde le immagini parlano più di mille parole, talvolta è vero. Però resta il fatto che esiste l’articolo 114 comma 2 del codice penale che vieta la diffusione di immagini e notizie essendo ancora in fase di indagini preliminari.
Se è vero che da un lato le immagini non possono inquinare i fatti per questa specifica vicenda, quelle erano e quelle sono anche se vengono a conoscenza dell’opinione pubblica, rimane il senso di inopportunità e rispetto.
Vorrei vedere se quella che si avvicina, pur con i volti oscurati dietro le vetrate della cabina 3, fosse un vostro parente cosa potete pensare o quale dolore provare. Forse ci voleva rispetto per i familiari, le immagini poi sarebbero saltate fuori prima o poi, ma almeno il tempo di elaborare il lutto.
Qualcuno dice che è il diritto di cronaca, altri che non era il caso. L’opinione pubblica ha potuto formarsi, come dice il nome stesso, la propria opinione. Ma non cambia nulla sul piano della giustizia che ha i suoi dogmi e i suoi tempi. Quindi era davvero il caso di mostrare ora quelle immagini anziché fra un’anno?
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