Se non ricordo male era un po’ di anni fa, vado in un mini datacenter di un comune per risolvere un guasto. La risoluzione si presentava, ed effettivamente lo fu per me, semplice. Meno lo doveva essere per gli astanti che erano tutti preoccupati e si percepiva una certa tensione.
Ad un certo punto devo operare sul server e mi siedo ad una scrivania. Mentre tutti parlano del problema, dei rischi di un potenziale danno eccetera, io che ero quasi rilassato rimango letteralmente ipnotizzato da quel coso che ho davanti a me.
Non ne vedevo uno da almeno 15 anni, un monitor CRT o se vi pare a tubo catodico. Per altro doveva essere uno degli ultimi CRT prima degli LCD, perché se non ricordo male i “flatron” erano quelli più piatti se così si potesse dire.
Lo accendo e parte uno “stonk” che a memoria indicava una certa stanchezza dei gas all’interno del tubo catodico, infatti la schermata appare come un qualcosa che viene fuori dalla nebbia. Da meno delineato, quasi etereo, via via più definito. Cioè definito sarebbe una parola grossa, diciamo “potabile“.
Ma quello che mi ipnotizzava maggiormente era la barra di start del windows server. Era storta, cioè partiva con una curvatura piuttosto palese, per raddrizzarsi e tornare nuovamente curva nella parte finale. E così si poteva dire per le icone poste vicino ai bordi.
E questa cosa era dannatamente evidente, era impossibile non notarla…
Il motivo del mio ipnotismo è che oggi ho quasi 50 anni, quindi dai televisori sul Commodore e tutta l’era dei CRT me la sono passata tutta. Il problema è che nella mia memoria i vari Windows me li ricordo come se li vedessi su un moderno schermo piatto AMOLED. Belli stirati in una tela ben tesa e delineata.
Cioè che le schermate le vedessi manco a guardarle da un oblò di una vecchia nave, proprio non me lo ricordavo. E’ il momento in cui ho realizzato il processo dell’assuefazione digitale.
Le cose si sono evolute ma noi non ne siamo neanche consci. Quando prendi in mano un nuovo telefonino, in quanto tempo ti ci abitui? intendo non nell’uso del software, ma rispetto alle sue qualità hardware. Se va bene un giorno, ma secondo me sono ore. Stessa cosa un monitor o un nuovo computer. Le velocità oggi sono meno percepibili, a meno che appunto non veniate da un “coso” di antiquariato per cui il salto è molto evidente. Ma poi cadrete sotto l’assuefazione anche in quel caso. Magari in più tempo, ma ci cadete.
Se dovessimo tornare indietro i tempi di attesa sarebbero stucchevoli. Il Modem 56k che gracchia ci metterà quasi un minuto per collegarsi ad internet, 20-30 secondi il tubo catodico a scaldarsi, il computer con i dischi rotativi a tirare su Windows neanche a parlarne. Quindi l’evoluzione c’è stata eppure questa velocità ed efficienza non riusciamo a percepirla.
Interessante perché chi produce questi aggeggi di fatto si trova con una clientela in cerca del meglio in una costante corsa all’infinito. E se viene soddisfatta dopo un po’ questa sete riparte di nuovo, e forse forse non ne avevamo manco realmente bisogno.
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