Rispondo (in realtà avevo risposto, ma lo faccio con un post più approfondito) ad un commento di @libertycrypto27 che mi chiedeva come si può iniziare nel trading.
La domanda è meno banale di quanto possa apparire, perché di fatto non c’è una risposta univoca. Ovvero a seconda dell’interlocutore potreste ricevere risposte differenti, poiché differenti possono essere i percorsi formativi. Non c’è una scuola o un trattato (trattato tra chi poi?).
Siccome sono un villano non rispondo in questo Post, caso mai lo faccio in uno successivo. Perché prima di quel passaggio a mio avviso è necessario uno prima, che non vi faccia perdere tempo inutile.
Innanzitutto il trading, fermandosi alle crypto per semplicità, è chiaramente comprare e vendere per ottenere un profitto. Ma questo profitto che a prima vista può sembrare una attività al pari del mago bubakar che vi indica il futuro, in realtà viene fuori da uno studio della materia. Ma non solo.
E qui sta il punto primario. Insomma l’argomento sicuramente suscita interesse, d’altronde a chi non piace fare soldi? Ma poi quando metto in guardia sullo studio, che non è una robetta da “leggo un libro e via“, casca il palco.
Ah ma io non voglio studiare. Ah ma io non voglio faticare. Per altro poi gente che si ritrova pure ad essere depressa proprio a causa della situazione lavorativa. Ovvero di fatica ne fa parecchia, più di quella che sarebbe necessaria.
Ma non è solo lo studio, cioè apprendo qualcosa di meccanico e via si parte. E’ quasi una filosofia di vita. Cioè se ‘sta roba la fate e non vi piace, vi annoia, meglio fermarsi subito e fare altro.
Il percorso è lunghissimo, perché oltre a studiare non è decisamente sano buttarsi nell’arena dei Leoni senza uno straccio di esperienza. Vi brasano in pochi secondi. Occorre fare quello che in gergo viene chiamato Paper Trading, cioè “giocare” senza farlo realmente. Analizzare gli errori, comprendere il sistema. Quando gli errori scompaiono, una, due, cinque, dieci volte, si può, timidamente, cominciare per davvero.
Una delle persone che fanno questo di mestiere mi ha detto una bella analogia. Avete presente Neo in uno dei Matrix (forse il secondo) in cui Trinity si accorge che lui sta “vedendo” il codice? Cioè è chiaro che lo stava vedendo, per altro in quella bellissima quando improbabile immagine di simboli strambi che scendevano come la pioggia. Cioè lui vedeva fisicamente quel codice, ma a livello inconscio lo traduceva in quello che in apparenza non si poteva vedere.
Ecco questa analogia è perfetta. A forza di provare e riprovare, fare esperienza, si deve arrivare al punto che i grafici parlano. Si deve essere in grado di captare la forza o debolezza dei segnali.
Lo so, il mago bubakar sarebbe fiero di voi…
Per arrivare li è chiaro che il tempo, lo sforzo, la dedizione deve avere di suo un propellente mentale, o si finirà per capitolare in una delle tante difficoltà.
Ecco personalmente è stata la somma di un paio di fattori. La competizione, in questo caso non contro qualcuno, ma contro il sistema. Ogni volta che vinco un trade ho inchiappettato il sistema. Nel mio piccolo, con una parte insignificante, ma l’ho fatto. Per sistema intendo proprio quello finanziario, quello che ci ha preso a sberloni nel 2008, quello bancario con tassi da usura per invogliarci a comprare la qualunque ed essere debitori (cattivi).
Perché andare dagli strozzini, quando si può andare direttamente nel famigerato mercato e prenderseli?
In seconda analisi è bello vincere. Fa bene all’umore. E qui si vince spesso, inizialmente abbastanza spesso, poi quasi sempre per arrivare ad un virtuale sempre.
Non so se sono riuscito a far capire quello che volevo dire, dato che non ci sono parole per definire questa cosa, che non è meccanica o scientifica.
Vi posso assicurare poi che l’analisi tecnica, di cui magari parlo in altro post, non si ferma al solo mercato. Ad un certo punto di quel processo “onirico” ti accorgi che non sta solo li, in mezzo ai grafici, ma sta quasi ovunque, anche nel mondo reale. E posso dire che funziona e torna parecchio utile.
p.s. Se googlate il mago bubakar vedrete chi era. Lo cito spesso perché una volta davanti ad un problema informatico una dipendente di un cliente ci chiede come si poteva risolvere. Il mio socio se ne esce “dobbiamo chiedere al mago bubakar“. Questa ci guarda con la faccia “che cazzo state dicendo?“. Sul tavolo ci stava il giornale degli annunci locali, con la foto di ‘sto tizio che prometteva di risolvere i tuoi problemi con l’esoterismo. L’uomo giusto al posto giusto.
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