L’altro giorno entrando sullo store di Amazon mi casca l’occhio su una fotocamera, chiaramente reflex, cos’altro mi poteva proporre. In realtà in quel momento mi viene in mente che saranno almeno cinque o sei anni che non mi informo sul settore middle delle fotocamere. Tra l’altro non che quello alto abbia subito stravolgimenti, oramai sono ad un livello pazzesco.
Insomma l’ultima volta (2012) acquistai una compatta Samsung che in montagna durante i trekking mi ha dato non poche soddisfazioni e ancora oggi è validissima. Una f.28 reale con uno zoom fotonico, chiaramente sul sensore classico 1/2,5″. Ma stante la situazione dove e come viene usata ha il suo gran perché, a scapito della qualità che però non ho mai sofferto.
Poco prima avevo venduto una bridge della Fuji (con zoom manuale, che spettacolo) che a dirla tutta non era per nulla male, salvo che peso e dimensioni non erano portatili. Venduta perché neanche un mese dopo l’acquisto della Fuji avevo preso una reflex Canon 600D. A cui devo essere sincero, non ho mai avuto proprio sto gran feeling.
Quindi il periodo era decisamente fertile, anche se già si avvertiva nell’aria che le cose non sarebbero rimaste tali. Al tempo i grossi nomi si sfidavano in quasi tutti i campi, a fare le cose più miniaturizzate, lenti su lenti in tecniche assurde, più veloci in termini di computazione, con più intelligenza artificiale e purtroppo anche bug che talvolta neanche venivano risolti.
Ad ogni modo ogni anno era una sfida all’ultima novità. Ad un certo punto Samsung che faceva fotocamere di una certa qualità ad un prezzo contenuto, chiaramente con l’intento di farsi una reputazione rispetto ai nomi storici della fotografia, getta la spugna e chiude la divisione fotocamere nel giro di qualche mese.
Il motivo, con il senno di poi, era piuttosto chiaro. Proprio loro che stavano andando a dominare il mondo Android avevano capito che sul settore sarebbero calate mazzate da orbi. Così è stato. Praticamente l’offerta sulle fotocamere si è falcidiata a causa degli smartphone. Sto parlando delle fotocamere compatte digitali, non reflex o mirrorless che meritano un’altra argomentazione a parte, ma che comunque hanno subito dei contraccolpi anche loro.
L’offerta oggi è stucchevole, Sony è rimasta a proporre qualcosa, il resto sono fotocamere giocattolo, al limite dell’usa e getta. Qualche nome storico che propone tecnologia ultra-riciclata a sancire gli ultimi esempi del mercato bridge. Ma sopratutto nomi mai sentiti. Nella sezione best-seller Zornik, Albergest e Cluinigo… e chi stra-cavolo sono questi?!
In questa carrellata di prodotti rubbish ho realizzato di aver vissuto un momento di epopea storica delle fotocamere che non ritornerà mai più. In qualche modo posso ritenermi fortunato, come lo fu quella dei computer. Come al solito dipende cosa si deve fare, ma uno smartphone come gli iPhone e gli Android su quel livello è innegabile che riescano a coprire il 90% delle situazioni. Forse pure il 100%. Manca lo zoom che in montagna serve, in quello una mirrorless con ottiche intercambiabili potrebbe avere senso, salvo che appunto ti devi fermare, togli lo zaino, monta e smonta l’ottica. Facendo attenzione e calma che è un attimo combinare danni costosissimi. Appunto, e i costi? un kit costa ben più di uno smartphone di fascia altissima che ha pure un minimo di zoom “omeopatico”.
La verità è che questo mercato è stato piallato dalla tecnologia. I negozi di fotografia sono roba rara, e direi anche anacronistica. Una volta ce ne stava quasi uno ad ogni ogni paese, adesso fai fatica a trovarne uno anche in città. Le stampanti, come quella che ho cambiato quest’anno, ti propongono direttamente il formato “cartolina” e le stampe non sono per nulla male, anzi.
Gli amatori veri, quelli che forse hanno ancora la “camera oscura” sicuramente saranno come i novax, ma certo che rispetto alle pellicole col cavolo che tornerei indietro. Insomma fare la foto, che poi aveva un costo ben superiore, vai dal fotografo, aspetta giorni per la stampa che poi questo si faceva gli affari degli altri volenti o nolenti. Con la digitalizzazione il costo per foto è arrivato quasi allo zero, fare una o cento foto non cambia nulla, ce l’hai subito disponibile e se vuoi te la stampi in casa. Tanta roba.. forse è arrivata un po’ troppo di botto e non sappiamo apprezzarla.
Chissà se tra vent’anni si farà un post parlando della morte degli smartphone. Il bobbulatore subatomico particellare è molto meglio, col cavolo che tornerei agli smartphone.
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