In questa uggiosa domenica è arrivata la notizia della morte di Frank Williams. Per chi mastica di Formula 1 sa sicuramente chi era. Per gli altri è stato un costruttore inglese di vetture formula che tra gli anni 60 e 90 ha vinto un discreto numero di mondiali. Purtroppo su una Williams nel 1994 perse la vita Ayrton Senna, come sappiamo con il senno di poi, per una modifica allo sterzo decisamente poco professionale.
Oggi si leggono i soliti bigini di circostanza, d’altronde nel momento della morte si raccontano più le vicende positive di quelle negative. Per certo Frank è stato l’ultimo costruttore vero, cioè appartenente ad un tipo di scuola e di imprenditoria che oggi proprio non è neanche pensabile.
Costruire vetture di Formula 1 negli anni 50 e fino quasi agli anni 90, o meglio fino all’inizio dei materiali compositi, era qualcosa di artigianale nel vero senso di quella parola. Devi veri prototipi, il più delle volte a pezzo unico e neanche replicabile. Chi le guidava doveva essere un pazzo privo di paura, perché anche fosse solo a livello statistico, la possibilità di lasciarci le penne erano piuttosto alte.
Oggi la F1 è lontanissima da quel concetto e ci sta. Si chiama evoluzione. Oggi le vetture di F1 sono prototipi per modo di dire, l’ingegnerizzazione e le competenze sono miliardi di volte più evolute rispetto anche solo agli anni 80. Abbiamo visto incidenti assurdi dove i piloti sono usciti con le proprie gambe come nulla fosse.
La figura del “padrone” come Williams, o prima ancora Ferrari, oggi sono profondamente cambiate. Si parla di manager, di gente che deve gestire aspetti politici, economici, di immagine. Anche e sopratutto la loro. Non a caso queste figure non sanno quasi nulla di tecnica in senso diretto. La loro capacità è stata quelle di costruire una catena piramidale di comando, dove la delega funziona in modo efficace ed efficente.
Forse sarà per quello che non vinciamo manco la coppa di legno, come italiani queste cose proprio non le sappiamo fare.
Frank oramai da tempo era fuori dal circus, l’anno scorso ha ceduto la proprietà ad un fondo che almeno per ora ne ha mantenuto il nome. Si vocifera che qualche nome grosso sia interessato ad acquistare il tutto. E con la scomparsa del fondatore è facile immaginare che il nome verrà rimpiazzato per mera convenienza commerciale. Magari non subito, visto che Williams ha ancora un perché nonostante le posizioni poco onorevoli rispetto ai fasti del passato.
Articolo pubblicato sulla Blockchain Hive.
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