Il CES2022 la fiera della tecnologia di Las Vegas è terminata da un bel pezzo (il 7 gennaio) e probabilmente l’unica cosa di cui si può ricordare, o che potrebbe essere ricordata, è Ameca.
Ameca è un robot di cui potrebbe essere che ne avete sentito parlare, perchè l’aziennda Britannica che lo produce aveva fatto uscire dei video poi ripresi anche dai vari Corriere e Repubblica. La particolarità di questo robot sono le espressioni facciali, davvero impressionanti per una macchina. Non tanto per i potenziali movimenti, in fondo avevamo già visto il robot Sophia che era capace di fare cose simili. Ma rimaneva piuttosto robotica nel farli.
Ameca invece ha movimenti decisamente fluidi che passano da veloci a lenti, con un “blink” delle palpebre davvero realistico. L’effetto complessivo è davvero notevole. E i costruttori stanno lavorando per migliorare ancora di più, infatti non è in grado di mimare una “UHHHH” o una “OOOHHH”. Il resto delle espressioni facciali però sono ben riconoscibili, e anche il sorriso o meglio i vari passaggi di espressione facciale sono decisamente credibili.
Uno dei trucchi tecnici sono degli attuatori che tendono la “pelle” in zone particolari, mentre ci sono dei servo motori per il sorriso o le sopracciglia.
Ma anche la parte di esoscheletro, che era ben visibile, è impressionante. Infatti la testa e il busto, come le braccia, si muovono in modo molto fluido, come non avevamo visto prima. Come molti altri robot di questa tipologia non cammina, almeno in questa fase. E probabilmente realizzare una camminata simile a quella umana è un gran casino. Ad oggi non ci è ancora riuscito nessuno in modo credibile. Ci sono dei robot che camminano, ma diciamo che sono più vicini ad un bimbo che muove i suoi primi passi.
Portare in una fiera un robot con espressioni pre-scriptate, benché notevoli, non sarebbe comunque bastato, perché il robot per definizione dovrebbe avere una sua autonomia, o una sua coscienza. Oggi abbiamo esempi piuttosto considerevoli tra Alexa, Siri eccetera.
Probabilmente il software di intelligenza artificiale più evoluto ad oggi è GPT-3 della OpenAI, che tuttavia nonostante sia in grado di sorpassare il test di Turing per quanto riguarda un testo scritto, siamo ben lontani da tutto il resto del postulato.
Eppure i video amatoriali del CES su Ameca lasciano perplessi. Infatti la macchina interagisce molto rapidamente a domande impredittibili fatte dai visitatori. Addirittura in un caso ad un tizio, con una maschera anti-covid colorata, fa autonomamente una specie di complimento “hai la maschera con i colori del tramonto”.
Questa cosa mi ha lasciato piuttosto perplesso, per cui ho voluto capirci di più. Andando a guardare diversi video la voce di Ameca non è sempre la stessa. Può essere che sia stata modificata, in fondo è un sintetizzatore che esce da un autoparlante, ma la cosa rimane comunque strana.
Poi la risposta, in un vecchio video della Engineered Arts, i produttori di Ameca, in un vecchio robot parlano in modo specifico della “telepresenza”. Dicono in modo chiaro che un operatore può guardare in remoto attraverso gli occhi del robot e parlare con eventuali interlocutori. Ad esempio una reception.
Quindi Ameca aveva una piccola bugia, qualcuno di umano rispondeva attraverso di esso. Rivedendo i video con questa prospettiva si notano in effetti diversi particolari nelle risposte che non potevano essere frutto di una AI. Una piccola bugia in nome dello spettacolo, salvo che quelli che erano li al 99% eranno convinti di aver parlato con un robot autonomo.
Detto questo nulla toglie al lavoro davvero impressionante che è stato fatto. Dubito che la telepresenza si mettesse a muovere la macchina nei suoi movimenti facciali e anche di riconoscimento delle persone. Quelle sono abbastanza sicuro che fossero frutto di una AI, che si muoveva a seconda delle provenienze dei suoni e dei volti che riconosceva come tali. Oltre a mimare le espressioni facciali di quelli che stavano davanti, cosa che più o meno facciamo anche noi, se uno ride ci viene automatico ridere o sorridere anche noi.
Qualcuno lo trova inquietante, io lo trovo estremamente affascinante.
Articolo pubblicato sulla Blockchain Hive.
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