Due anni fa Apple ha calato l’asso vincente, ovvero l’annuncio della produzione in proprio di processori per computer Desktop / Laptop che ricade sotto il nome di Apple Silicon.
Due anni, ovvero il tempo di transizione dai processori Intel a questi nuovi basati su architettura ARM. Quindi verso giugno 2022 il tempo arriva a scadenza, e mancano ancora gli iMac di fascia alta e potenzialmente un Mac Pro che nella sua ultima incarnazione costava cifre letteralmente improbabili.
Nel frattempo però abbiamo visto il chip M1 e la sua evoluzione in chiave prestazionale con M1 Pro e M1 Max. Come era lecito attendersi la strada di “proliferazione” dei Core era quella probabile e così è stato. Anche se personalmente sono rimasto stupito dal numero, ovvero M1 aveva 8 + 8 core e con le varianti si è arrivati fino a 10 + 32(gpu) core.
Prestazioni e consumi, sebbene entrambi abilmente giostrati, hanno fatto fare una figuraccia a chi le CPU le produce per professione storica. E quindi c’era da passare al contrattacco. Non solo, i competitor a questo punto non sono solo quelli Hardware, ma anche Software, dato che la spinta in avanti in termini di vendite dell’ecosistema Apple ha preoccupato la Microsoft.
La parte interessante è che qua di punto in bianco sembra di essere catapultati nella Formula 1, dove oltre i piloti anche gli ingegneri sono “pezzi” pregiati con cui fare i conti, o meglio ammaliarli e convincerli con bonus e munifici stipendi.
In questo inizio 2022 Intel ha soffiato il Leader che ha di fatto guidato questa transizione, ovvero Jeff Wilcox. Tra l’altro Wilcox aveva già lavorato in Intel, ma ora ci rientra da super star, visto che dovrebbe fare proprio l’ingresso in ARM per i processori di questo marchio.
Ma gli “scippi” non si fermano qui. Poco dopo Microsoft ha piazzato un secondo colpo, sottraendo Mike Filippo. Quindi anche loro potrebbero essere interessati ad una costruzione di processori in proprio per i Surface.
Due colpi che non è possibile che passino così, come nulla fosse. Sarà da vedere quali saranno le conseguenze. Quando Johnny Ive ha lasciato l’azienda oramai due anni fa, solo lo scorso autunno si sono visti gli effetti. I Macbook Pro dal punto di vista di design hanno fatto un netto passo indietro rispetto alla generazione precedente.
Per i processori, visto anche lo stadio del processo, potrebbe essere molto più corto l’effetto temporale. I Chip M2 sono attesi per marzo, al più giugno. Visto il peso dei fuori usciti, che andranno a dare i propri contributi altrove, dovranno inventarsi cose nuove per tenere aperto il gap prestazionale.
Nel frattempo Apple cerca personale. In effetti tirare fuori qualche mente giovane da “allevare” è la mossa giusta.
Vista dal lato final user, quel che è certo che si è aperto un nuovo fronte di “guerra” questa volta sui processori, e non era decisamente atteso o prevedibile. Vabbè non ci si annoia mai.
Articolo pubblicato sulla Blockchain Hive.
Scopri di più da Walter's blog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.