“I fatti mi cosano”
Lo diceva Palmiro Cangini, un politico locale ovvero figura fittizia creata dalla brillante mente di Paolo Cevoli. Ma oramai il trend è noto, i comici vengono superati dalla realtà.
Infatti, un altro Cangini, non Palmiro ma Andrea, e non di un partito di sinistra ma di Forza Italia, nonché senatore e componente della commissione Istruzione al Senato, si è fatto notare in questi giorni.
In una intervista al TG1 ha sostanzialmente detto, che a fronte di studi di neurologi, psicologi, pedagogisti e grafologi:
“gli effetti innescati dall’uso, che non può che degenerare in abuso, di social e videogiochi sono letteralmente identici a quelli della cocaina, che secerne l’ormone che trasmette la sensazione del piacere”.
Che diavolo c’entrano i grafologi in questa storia non si sa. Dato che c’era poteva metterci dentro anche qualche teologo e un mister di qualche squadretta di calcio.
La frase comunque è un capolavoro, social e videogame (i quali oramai hanno almeno 40 anni di vita) al solo uso, similarmente agli stupefacenti, porta all’abuso. Senza se e senza ma.
Per altro sembrerebbe di capire che chi fa uso di social faccia anche uso di videogame o viceversa. Relazione in comprovabile, ad esempio Matteo Salvini sarebbe un tossico?! eppure, non è un video gamer.
Ma poi appunto, l’effetto è identico a quello della cocaina. Cioè stimolare l’ormone che trasmette la sensazione del piacere…. tipo la cioccolata o fare sesso. Mi pare che dei problemi collaterali della Cocaina, quello citato sia del tutto irrilevante se non per forzare la narrazione a buttarla in “caciara” sensazionalistica.
Se non fosse che dietro le parole ci sia pure l’intenzione di proporre un disegno di legge per limitare videogiochi e social, che ovviamente non vedrà mai la luce. Salvini e Renzi, per citare i due più famosi, sono appiccicati a Twitter ad ogni ora, se limiti i social a chi cavolo scrivono questi?!
Quindi “qui prodest” tutto ciò? chiaramente a Cangini, infatti non è un caso che l’intervista e la boutade sia per pubblicizzare il libro del senatore che si chiama “coca web”. Libro che sarebbe passato del tutto inosservato se non fai un po’ di promozione più o meno occulta come sparare la proposta di legge che manco i cinesi si sono sognati di fare.
Quindi che dire. I fatti lo cosano e noi siamo dei cocainomani.
Articolo pubblicato sulla Blockchain Hive.
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