Probabilmente questa è l’ultima chiamata decente. Non che non ce ne saranno altre, ma con grandissima probabilità i tassi di quelle successive saranno sostanzialmente irrilevanti.
Ricordo ancora, e ne ho parlato in qualche post, che molti anni fa in banca volevano rifilarmi un “interessantissimo” 0,70% di interesse annuo a fronte di un blocco del capitale di svariati anni, credo fossero dieci. Oggi una percentuale simile fa ridere, a dire il vero pure al tempo. Ma i tassi allora erano allo zero per cento, per cui di fatto il più 0,7 era superiore (a detta loro) dell’inflazione.
Il combinato dell’uscita del Covid e della Guerra in Ucraina hanno alzato l’inflazione in modo ben più marcato. L’innalzamento dei tassi di interesse delle banche centrali quindi ha fatto alzare i tassi, ma non dei conti correnti. Quelli sono rimasti a zero, salvo qualche rara eccezione come la spagnola BBVA che però era finalizzata ad acquisire utenti.
Con il governo Meloni, in realtà sarebbe da citare il Draghi visto che l’idea iniziale parte da lì, si è deciso di fare delle campagne di emissione dove possono comprare solo i risparmiatori finali italiani, e non gli istituzionali.
Una mossa intelligente quanto banale. Questo dimostra la pesantissima malafede dei governi precedenti al Draghi. Perché le emissioni erano, e senza nemmeno granché nascondersi, a cercare soldi esteri. Se la cosa può a prima vista sembrare coerente, in realtà è da fenomeni da circo. Perché l’esposizione esterna ha portato a campagne di speculazione pilotata per ottenere tassi sempre più alti in quelle successive.
Già con le prime campagne verso l’interno si è visto come l’Italia abbia ottenuto un sostanziale rafforzamento anti-speculativo che ora sembra essersi ridirezionato verso la Germania.
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Chi compra i vari BTP valore e Più si trova il cerino dalla parte del manico. Perché tecnicamente è un titolo più valido, ricordo dalla metà del 1800 l’Italia ha sempre onorato le scadenze e dentro ci stavano pure due Guerre Mondiali. Questo solo per dire che la Germania (per citarne una di spicco) al contrario non può contare su questo dato statistico.
Oltre a questo, che potrebbe lasciare il tempo che trova, il titolo una volta acquisito è sempre possibile rivenderlo sul mercato secondario. Ad esempio, l’emissione di marzo 2024 oggi è quotata a 102-103, ovvero il 2-3% in più al valore nominale. Questo significa che in caso di smobilizzo immediato, si presume per una emergenza, si uscirebbe con un plus di due o tre punti percentuali. Questo valore nel tempo si andrà ad alzare per poi ridursi verso quota 100, forse anche qualcosa di sotto, man mano che si avvicinerà alla scadenza. Quando il numero di cedole sarà poco appetibile per l’ipotetico compratore.
Altre obbligazioni non hanno questo lusso. Per cui le emissioni che vanno da oggi al 21 febbraio 2025 sono interessanti. Lascio il link ai dettagli di Borsa Italiana, nella sostanza si ottiene un tasso del 2,8% i primi quattro anni, 3,6% i restanti quattro. Nella realtà tolte le tasse sono 2,4% i primi quattro anni, 2,8% i restanti.
Come si può capire siamo già scesi sotto il 3% e si presume che le emissioni future saremo già sotto al 2%.
La mia considerazione ovviamente tiene conto di un confronto a pari capitale sulla potenziale rendita operando a mercato, con operatività oserei dire “bradipa” ad esempio sull’azionario italiano. Tra le due c’è chiaramente una “capitalizzazione” del rischio che si sconta con i BTP. Tuttavia, se i tassi scendono troppo quel rischio diventa quasi necessario. Il mercato è sempre auto bilanciato, se i tassi scendono a zero significa che le aziende possono fare debiti anche solo per il buy-back delle loro azioni.
Chiaramente non dico che sia “facile”, l’operatività attiva richiede conoscenza, nervi saldi e una lucidità mentale. Ma non è nemmeno impossibile.
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