Lavoreremo un giorno di meno essendo pagati un giorno in più
Più o meno questa nefasta frase, pronunciata da un personaggio politico italiano al fine di indorare la pillola dell’europa. Come sappiamo la frase si è realizzata al contrario, si guadagna un giorno in meno rispetto ai 5, e spesso si lavora pure uno in più.
Ma oggi c’è un altro grosso totem che brilla di luce propria, l’intelligenza artificiale. In alcuni contesti ha già mietuto le sue vittime sotto forma di licenziamenti, in altri ha prodotto il contrario. Come sappiamo sul tema ci sono visioni parecchio contrastanti, tra chi tira in ballo gli effetti della rivoluzione industriale dell’ottocento, per cui certo alcune professioni sono scomparse, ma altre sono nate. A quelli che vedono il catastrofismo assoluto.
La cosa poi assume altri toni, specie se si collega l’argomentazione della AI con la robotica umanoide. Altro passaggio cruciale, meno attenzionato mediaticamente, ma che sta facendo in fase complementare con il primo, passi in avanti piuttosto considerevoli.
In questo caso la AI esce dalla sua dimensione astratta e si infila nel mondo reale. Pensiamo a determinati lavori molto pericolosi, dentro vasche di acidi o situazioni dove il pericolo è presente e non prescindibile. Un robot che potesse fare le stesse cose di un uomo sarebbe una evoluzione, anche sociale, come risposta alle morti bianche.
Quindi la tematica di una invasione di campo di questi oggetti e soggetti è qualcosa di imprescindibile come dibattito pubblico. Anche perché se lasciamo in mano alle società private, loro la soluzione l’hanno già in tasca. Licenziare.
Una soluzione alquanto miope, perché poi il prodotto e il servizio chi lo compra, se il mercato va in stagnazione o peggio in recessione. Causa mancanza di soldi per tenercelo in piedi quel famigerato mercato…
Il CEO di SalesForce dice che già oggi il 50% del loro lavoro è svolto, o potrebbe esserlo, dalla AI. E molte altre Tech Company non a caso stanno licenziando, e oramai non è più l’onda lunga dell’inflazione. C’è sicuramente dell’altro, appunto, la AI.
Sull’argomento il senatore degli Stati Uniti, Bernie Sanders, ha proposto una riduzione sostanziale del tempo di lavoro, con lo stesso stipendio.
Quattro giorni alla settimana senza tagli di stipendio. La motivazione concettuale deriva proprio da quanto espresso dal CEO di SalesForce, se la AI ci mette il 50% del lavoro, il risparmio deve essere redirezionato al lavoratore con un giorno in meno (e teoricamente un giorno in più per spendere soldi, o far girare il mercato). Il tutto andando alla pari teorica, senza gravare su scompensi verso un sistema capitalistico che oggi è parecchio in affanno.
Questo però deve essere recepito per tramite di leggi, oserei dire universali, perché il CEO di un’azienda qualsiasi vede il taglio del 50% dei costi dovuti alla forza lavoro, senza perdere teoricamente nulla sulle entrate. Anzi forse pure aumentandole. Una situazione non solo troppo ghiotta, ma persino mandatoria perché se il tuo rivale attua questa risoluzione, tu sei spacciato in partenza.
Il problema è che la politica è troppo impantanata e lenta nel muoversi. Figurarsi in questo caso dove il dibattito pubblico praticamente non è neanche partito. Nel frattempo, il settore viaggia a velocità siderali, e c’è il concreto rischio che almeno i nomi più grossi si stiano già allineando a questo modello, molto prima di una ipotetica legge.
Scopri di più da Walter's blog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.