Continua da parte uno
E quindi gli ho fatto la domanda diretta.
“Perché stai hai scelto di usare proprio quella libreria? Non sarebbe meglio utilizzare questa, oltre ad aver citato il nome, tra parentesi gli ho messo il la URL del progetto su GitHub.”
La risposta è stata che avevo ragione io, la libreria che gli stavo indicando era più corretta. Rimane però l’enorme dubbio, al di là di una evidente fallacia su quanto gli indicavo, cioè invece di una libreria che legge i pdf gli avessi offerto una che legge le immagini, mi avrebbe risposto che sbagliavo. Ma in uno stato di plausibilità, cioè una libreria che legge i pdf indipendentemente dalle qualità o dalle funzionalità, è molto probabile che mi abbia dato ragione a prescindere. Non è necessariamente una cosa negativa, anche perché tra i due l’essere realmente pensante e raziocinante rimango pur sempre io.
Quello che invece fa bene, o meglio sorprendentemente in modo rapido è stato il refactoring. Cioè aver rivisto l’intero codice in funzione della nuova libreria. A questo punto chiede di prendere il controllo del terminale ed accetto.
Ma incappa subito in un NON errore, vuole usare il comando “pip” di Python, che serve ad installare appunto le librerie. Peccato che per un refuso storico Python3 usi pip3 come comando, per differenziarlo da Python2 che usava “pip”. Dopo un certo periodo in cui Python2 di fatto è passato alla storia, molti infatti mettono ancora oggi l’alias del comando pip3 a pip. Evidentemente questo traspare nei vari esempi, e la AI vuole usarla incappando nel problemino che io non ce l’ho quell’alias. Ho dovuto fermare il processo dopo che stava facendo giri assurdi, per dirgli di usare pip3 al posto pip. Dopo qualche iterazione aveva già “dimenticato” questa cosa e tornava a riproporre il comando sbagliato. Come detto sopra è un non errore, per cui ho fatto prima a mettere l’alias a sistema, anche se poi in realtà oramai uso “uv” di astral.
In tutti questi giri non siamo arrivati al risultato sperato, ci arriva vicino ma continua ad avere il problema delle righe delle descrizioni. Non riesce a comprendere dove iniziano, seppure gli abbia espressamente indicato di prendere come nozione di base la data come input di una nuova riga, leggendo quello che passa nel mezzo come dati afferenti allo stesso.
Continuando a sbattere sempre sullo stesso punto provo a cambiare approccio. Gli dico di provare ad estrarre solo la prima riga. Capisce subito cosa voglio fare e lo dice pure nella chat. Cambiando la questione si accorge che le librerie non sono sufficienti, vuole installare GhostScript su macOS e la cosa mi scoccia. Non che debba succedere nulla, ma installare roba nel sistema, specie delle librerie che non sono visibili come i programmi, poi finisce che rimangono li come zombie. Anche no, grazie.
Gli dico quindi in modo esplicito che non voglio farlo, ma gli propongo di trasformare il progetto intero in un container di Docker, dove li potrà installare quello che gli pare. Nel giro di qualche secondo aveva “dockerizzato” tutto ed avviato il container che si è messo a scaricare quello che gli serviva.
L’estrazione della prima riga è finalmente avvenuta con successo. Ora non resta che dirgli di espandere l’iterazione al resto del file, ma….
Continua.
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