Per una serie di coincidenze temporali mi sono trovato a dover rinnovare una serie di documenti di un familiare anziano. Mai come in questa circostanza mi sono reso conto di quanto il gap tecnologico sia distantissimo per le persone con una certa età.
Probabilmente per me non sarà così perché sono già in qualche modo pronto al continuo ricambio tecnologico. Di certo non è che sia tutto bello e talvolta persino comprensibile dal punto di vista della logica, ma la mia professione mi rende come un agile lupo di mare che naviga in acque apparentemente tempestose, quando per me sono “normali”. Al più seccanti in certi frangenti, ma mai tali da definirne una tragedia.
Si però per le persone anziane? specie quelle sole. Rinnovo della carta d’Identità; un evento decennale che dovrebbe essere abbastanza normale, vai in Comune e fai. No… Il rinnovo si fa per appuntamento, tassativamente, e il rinnovo lo devi chiedere ad un sito web del ministero, il quale ti chiede di mettere delle cifre della carta del codice fiscale, che richiedono una certa facoltà visiva, tanto sono scritte in piccolo.
Ci sono poi da fare le foto. Una volta di fotografi ne trovavi non dico ad ogni angolo della città, ma abbastanza frequentemente. Oggi con le macchine digitali e ancor di più gli smartphone si sono a dir poco estinti. Potresti andare alle macchinette, ma tra andare al centro commerciale e tutto il resto. Ho risolto con foto dello smartphone e la stampante fotografica che ho in casa.
Poi in comune il processo di prendere le impronte e le mille domande. E poi pagare… tassativamente con il bancomat.
Andiamo al rinnovo della patente, li colpa dell’ufficio ACI di Udine la disorganizzazione è davvero indecente. Uno sportello chiuso e l’altro occupato per pratiche improbabili, dopo un’ora la gente fuori incazzata.
In questo lasso di tempo finisci con conversare con quelli attorno, tra cui un’anziana. Mi ha fatto pena, perché aveva perso il marito per Covid poco tempo prima (alla faccia degli ebeti che dicono che non esiste) e di fatto da sola si trova letteralmente in balia di uffici, regole assurde o decisamente poco comprensibili ai diversamente tecnologici. E sopratutto la freddezza e il menefreghismo di quelli allo sportello che proprio a causa del Covid sono diventati ancora più insensibili. Aveva un telefonino 1.0, di quelli a conchiglia. Mentre qui i politici cianciano di App e scemate varie, senza pensare che nella società reale c’è chi un computer non l’ha mai nemmeno usato.
Ci ha raccontato di alcune vicende, tipo la banca che gli chiude il conto perché cointestato, ma essendo il titolare primario il marito chissà quale casino burocratico hanno combinato. Tanto vedono una persona che chiaramente essendo del tutto indifesa, che fai non ne approfitti? In quella situazione poi le cose si avvolgono come una spirale, perché la confusione mentale di un indifeso si moltiplica e capire fischi per fiaschi è un attimo.
Ad un certo punto nel parlarne, probabilmente senza rendersene conto sfogandosi con degli sconosciuti, è scoppiata a piangere. Per pudore nei suoi confronti usi frasi di circostanza e cerchi di non fargli pesare l’espressione emotiva, che per la società in cui viviamo è deplorevole. Tanto che gli altri attorno facevano sguardi tipici del “ma che fa questa“.
Ma possibile che in questo parlamento di decerebrati non ci sia uno che lotti e porti avanti un ministero per la transizione tecnologica. Il progresso è giusto, come usare le APP e tutto il resto, ma qui la velocità è elevata rispetto al contesto reale. In ogni comune dovrebbe esserci un ufficio con del personale che aiuti queste persone, mi verrebbe da dire quello dei servizi sociali. Ma è l’ufficio più bistrattato di qualsiasi amministrazione. La quasi totalità sotto dimensionato a livello di organico, figurarsi quello sul piano strutturale.
Aver solo incrociato quella signora è stato un pugno nello stomaco, perché in giro è pieno di squali ed è solo questione di tempo. Verrà intercettata da qualche personaggio che gli venderà qualche contratto capestro della luce o del gas nella migliore delle ipotesi. Il finale è perfino scontato, oramai è già finita nel vortice della burocrazia, quella dello stato, più avanti quella di aziende private. Senza contare poi multe, casini di ogni tipo.
Ma senza andare a cercare cose tragiche, i continui cambi del segnale televisivo che obbligano a mettere mano all’impianto o al televisore. A quelli come me e i giovani che vuoi che gli freghi, manco la guardiamo la tv. Ci sta Netflix o Prime Video. Sono proprio gli anziani ad essere colpiti in modo indecente. Cambiare il televisore non è solo un problema economico, che non è certo secondario, ma anche come diavolo funzionerà il nuovo dispositivo. Dal loro punto di vista si trovano un telecomando con simboli pari ai geroglifici egizi.
Come detto già una generazione dopo i problemi saranno molto meno evidenti a causa del processo di adattamento. Tuttavia se è successo una volta, potrebbe nascere una qualche tecnologia che oggi neanche concepiamo, che ribalta il tavolo un altra volta.
foto di copertina by Pavlofox from Pixabay
Scopri di più da Walter's blog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.