Stavo condividendo un ragionamento con un collega su internet, che nemmeno ho mai visto di persona, ma che anche lui condivideva. Visto che più o meno avevamo lo stesso bagaglio esperienziale in termini temporali, anche se con strade diverse.
In sostanza l’informatica, anche se questo termine è amplissimo e comprende la qualunque, non è più un mestiere. Quanto meno non degno della passione che ci muove, ma sopratutto l’outlook (la previsione del futuro) è davvero pessimo. Paradossalmente in futuro serviranno più informatici, che siano sistemisti, programmatori eccetera eccetera. Ma sempre in ambito paradossale già oggi domanda/offerta non sono per nulla allineate. C’è uno spread, come si direbbe in gergo tecnico nel trading, tutto sbilanciato su domanda, la quale si prende il diritto dell’offerta. E quando l’offerta sarà molto più ampia di oggi perché le nuove leve copriranno le esigenze numeriche, le cose saranno ulteriormente peggiorate.
Come un mio ex collega mi faceva notare già 10 anni fa, un chirurgo o un medico studia come un matto, deve stare sempre aggiornato, ma la sua professione è correlata anche al suo valore in termini monetari. Un informatico è del tutto simile, certo uno potrà dire che non ci sta la vita delle persone di mezzo, risponderei dipende. I macchinari e le tecnologie ospedaliere le tengono su gli informatici, non i medici. Ad ogni modo un informatico deve studiare e tenersi aggiornato costantemente. Altrimenti sei fuori. E maggiore è la sua esperienza, minori o nulli saranno i problemi, oltre che più veloci le risoluzioni.
Tuttavia il mio ambito da quando sono partito ad oggi è stata una retta discendente sia a livelli di retribuzioni, che di qualità percepita. E la cosa è appunto in contrasto con le richieste nelle aziende che è diventata esponenziale.
Uno dei “drammi” potrebbe essere dovuto alla immaterialità del software, per cui chiunque che non sia un professionista si sente nobilitato a mettere il becco ed emettere giudizi senza averne minimamente titolo. Mi ricordo già 20 anni fa che arrivava quello con “il mio amico genio dei computer“, titolo che odio sebbene me lo sia trovato affibbiato. Se il tuo amico è un genio perché non ha fondato la Apple? invece è il cretino di turno, poi scopri che di professione fa il panettiere. Un genio dei computer che fa il panettiere…
Dubito che un chirurgo si senta dire “un mio amico genio della chirurgia“. Che però, non si capisce come/perché, fa il panettiere. Ovviamente con tutto il rispetto per i panettieri che fanno una professione onorevole ben più di quella degli informatici. E lo dico senza ironia, se domani mattina arriva un evento di Carrington e ci spatacca fuori tutti i dispositivi elettronici del pianeta, il panettiere sarà ancora li. Io no.
La cosa ridicola è che poi questi “professoroni” che mettono il becco nella professione altrui, quando gli cedi volentieri il passo, cioè “visto ce sei bravo mo’ il problema te lo risolvi da solo e io sto a guardare” si rendono conto di non sapere un tubo e quel brivido che gli scende per la schiena li paralizza, con le pupille dilatate manco fosse un tossico in astinenza. Spesso seguono scene quanto meno imbarazzanti, dove cercano di ristabilire l’ordine precedente. Dove tu informatico ti devi sobbarcare le rogne dell’universo, mentre loro, come i pensionati che giudicano i lavoratori al cantiere, sono li a rompere le balle.
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