Prendo spunto da un evento accaduto a San Paolo in Brasile. Un malvivente, un ladro, tenta una rapina con una calibro 38 ai danni di alcune madri davanti ad una scuola, con tanto di figli al seguito. Fortuna o sfortuna a seconda di chi guarda la situazione, una delle astanti è una poliziotta fuori servizio. Questa approfittando del focus del ladro verso un uomo estrae l’arma, farà fuoco tre volte a distanza ravvicinata disarmandolo. Il ladro morirà qualche ora dopo in ospedale, si apprende comunque che sia riuscito a sparare anche lui sebbene il colpo sia andato totalmente a vuoto.
Insomma una situazione assurda, per altro il ladro è pure in ciabatte, e analizzando in modo lucido la scena non mi pare che questo fosse proprio sveglio. La madre verrà poi encomiata per il gesto dal governatore. Cito questo fatto specifico perché viene portato come esempio dalla fazione pro-armi.
E’ una discussione che si affaccia di quando in quando anche in Italia. Andiamo con ordine, la teoria dei pro-armi si può sostanzialmente risolvere in questa parabola: In una stanza ci sono 10 persone, chi più anziano, chi più fisicamente prestante. Ma sostanzialmente sono tutti sullo stesso piano, ovvero nessuno può comandare o influire sugli altri utilizzando la propria forza fisica, perché potrebbe essere sopraffatto dai restanti 9. La situazione cambia in modo diametralmente opposto se una persona ha un arma da fuoco, in questo caso anche psicologicamente comanda sugli altri perché dalla sua ha il potere (di uccidere) che l’arma gli da. La situazione tornerebbe di nuovo al punto iniziale se tutti e 10 hanno delle armi.
Personalmente trovo che il fatto che nessuno spari perché sa che gli altri hanno le armi a loro volta sia una teoria che regge fino ad un certo punto. Come la mettiamo se una persona per questioni psicologiche o emotive non è in grado di controllarsi? E’ una situazione totalmente normale, tanto più che sappiamo che l’uso di psicofarmaci nel mondo occidentale è a livelli allarmanti. Non contiamo poi gli incidenti dovuti a negligenza delle regole di sicurezza.
Propinando questa visione negli Stati Uniti si è arrivati a convincere i professori ad essere armati, visto che molte stragi avvengono nelle scuole, dove non a caso gli uccisori sono teenager, ovvero persone non completamente formate e facilmente suggestionabili. Stando però a questa specie di dogma mi viene la domanda, e gli studenti? perché non possono essere armati pure loro. Nell’esempio delle 10 persone nella stanza, questi fanno la parte degli sfigati.
Dalla parte opposta c’è la fazione anti-armi che dice sostanzialmente se eliminiamo tutte le armi il problema si risolve da sé. Una teoria bella ma ben lontana dalla realtà. Le armi da fuoco esistono e non possono sparire con un colpo di spugna. Si può portare l’esempio dei paesi poveri dove non c’è danaro per acquistarle, eppure artigiani locali sono in grado di costruirle da soli, certamente non perfette ed efficienti come le repliche a cui ambiscono, ma pur sempre armi da fuoco sono.
Quindi entrambe le fazioni hanno aspetti pesantemente fallati sul piano sostanziale. La possibilità di difendersi dipende da molti fattori. Ad esempio nella strage di Las Vegas dove un pazzo si mette a sparare da un hotel era impossibile difendersi. I musicisti che suonavano all’evento bersaglio dello stragista, pur essendo pro-armi hanno detto chiaramente che erano armati a loro volta ma di non averle utilizzate, per due ragioni. Una non si riusciva a determinare la posizione dell’aggressore, e anche nel caso che lo fosse, che fai? spari alla facciata dell’hotel? In seconda analisi all’arrivo della polizia come farebbero questi ultimi a capire chi sono i buoni e i cattivi della situazione? non c’è un tag come nei videogiochi.
In Italia acquistare un arma non è eccessivamente complicato come si possa credere. Il problema di fondo a mio avviso è la mancanza all’obbligo di una istruzione costante. L’argomento richiederebbe studio e pratica, ad esempio il solo maneggiare questi oggetti richiede una procedura. Nel caso brasiliano la signora è una poliziotta, eppure in un video di un esperto in sicurezza ha mostrato come la stessa abbia commesso una serie di piccoli errori che solo fortuitamente non hanno prodotto un esito diverso.
Questi argomenti di studio sono molto vasti e finiscono pure in materie giudiziarie che ne derivano dal momento in cui l’arma venisse utilizzata in taluni contesti. Non è solo giurisprudenza, anche in questo caso ci sarebbero molte nozioni da conoscere in anticipo, perché determinati particolari fanno la differenza tra una legittima difesa e un omicidio.
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