Vi hanno manipolato, o meglio ci hanno manipolato, non è che io sia più figo e non ci sia mai cascato con tutte le scarpe. “Eh la miseria, è arrivato il complottista di turno”.
Il discorso che voglio portare oggi è cruciale e un po’ complesso, infatti eviterò di parlare di cose italiane per non sviare nelle metriche da fanbase di partito che puntualmente saltano fuori in questi contesti.
Non si tratta di un complotto, cioè non c’é una spectre o il signor male dietro a tutto quanto, sono riquadri (frame) informativi che viaggiano disorganizzati nel loro insieme, ma hanno lo scopo di alterare una particolare e specifica informazione. Talvolta sono gli editori, talvolta direttamente la fonte informativa e i giornalisti (motivo per cui li chiamo pennivendoli) non fanno altro che fare un forward del messaggio, senza verificarlo o analizzarlo. Gli scopi sono diversi, ad esempio evitare uno scandalo, altre volte qualcuno vuole influenzare il mercato, o banalmente fare qualche soldo. Talvolta a livello più ampio si vuole influenzare l’opinione pubblica su certi dibattiti, insomma non c’è un vero e proprio disegno di massima, come ho detto sono singoli casi, qualche volta correlati tra loro altre volte no.
Come ci si accorge di queste manipolazioni? E’ difficilissimo, bisogna “aprire” la nostra mente e valutare i dettagli, ad esempio nelle foto che vi andrò a proporre sono alcune cose che abbiamo davanti al naso, ma il focus della nostra attenzione è puntato altrove e non li vediamo. Altre volte è impossibile, e solo con lo scorrere del tempo e qualcuno che fa la soffiata scopriamo l’inganno.
Siccome le immagini sono coperte da copyright, mi avvalgo di Google Immagini, il quale (e già questo è un curioso frame informativo) invece può propinarle come gli pare. Quindi bando alle ciance, dal pippone idro-filosofico, passiamo ai fatti.
La prima immagine è relativa alla guerra della Ex-Yugoslavia. Qui ci viene facile, perché l’autore della foto molti anni dopo dichiarò la bufala, eppure ancora oggi la sua foto è utilizzata come prova “informativa”. Si tratta dell’immagine che avrebbe provato l’esistenza dei campi lager in Bosnia. Il dettaglio a cui porre attenzione non sono le persone, ma il filo spinato. Questo sarebbe posto al contrario se l’intento è di rendere prigioniere le persone. Ed infatti queste persone non sono rinchiuse, ma sono fuori da un recinto. Chi ha scattato la foto invece è dietro il filo spinato. Si trattava di un checkpoint umanitario che dava del cibo alla popolazione, e le persone ritratte erano in fila all’esterno del complesso per ottenere una razione. Tuttavia al tempo fu la prova dell’esistenza dei lager, che attenzione non significa che non ci fossero in senso assoluto, ma che questa non era una reale prova.
Una seconda immagine, o serie di immagini, risalgono al 2004 in Ucraina relative alla Rivoluzione Arancione. Al tempo i giornali parlarono di rivoluzione dal basso, organizzata in modo spontaneo dal popolo, con molte delle immagini che vedevano la gente indossare qualcosa di arancione. Ed infatti il particolare a cui prestare attenzione è proprio il colore arancione, cioè inteso come versione di Pantone del colore. Se la rivoluzione fosse stata spontanea, e ci si metteva d’accordo tra la gente di indossare qualcosa di arancione, io avrò un tipo di arancione, il mio vicino qualcosa di simile ma non uguale, e così via tutti gli altri. Nelle immagini invece la piazza è letteralmente uniforme nella gradazione di colore. Chiaramente se non fosse organizzata, come si scoprirà esserlo, non poteva essere cromaticamente così d’impatto nelle immagini che ogni giornale e telegiornale ci propinò.
Passiamo ai giorni più contemporanei, ovvero il 2017. Ricorderete sicuramente l’attentato terroristico al parlamento di Londra. Nel giorno successivo la manifestazione delle Donne Islamiche, come testimonia questa immagine. Peccato che la stessa sia vera ma artefatta nel contesto, ovvero l’inquadratura è fatta così non a caso. Le televisioni riprendono l’evento e pure qualcuno dietro le troupe televisive, che mostrano il trucco. La CNN ad esempio dichiarerà che avrebbe fatto spostare queste manifestanti dal corteo per poter organizzare una specie di set televisivo in sicurezza.. In pratica ci hanno fatto vedere una cosa falsa, facendo stringere un po’ le astanti e riprendendole in modo che sembrassero alla testa di una folla numerosa.
Ma questa non era la prima volta che facevano una supercazzola simile. Ricordate la strage di Charlie Hebdo? Il giorno dopo una manifestazione da un milione di persone con in testa tutti i leader europei. Dei frame informativi proposti questo è stato l’unico che avevo sgamato in anticipo. Infatti ero perplesso sul fatto che dopo una strage terroristica, un milione di persone in piazza, questi si mettono li in mezzo alla folla. Ed infatti era una colossale balla. Il milione di persone era reale, ma i leader europei furono portati in una strada blindata e con un plotone di agenti dei servizi segreti, mascherati da manifestanti dietro di loro, fecero il trucchetto della ripresa. Tutti i giornali ovviamente riportarono la notizia in gran pompa magna. Pare che qualcuno che abitava nella via riuscì a “rubare” con il suo telefonino lo scatto che vedete qui. E’ in bassa risoluzione, ma si riconosce chiaramente Hollande e la Merkel che provano che il momento sia proprio quello.
In altri casi le foto ci sono ma non vengono proposte. Ricordate Aylan, lo sfortunato bambino morto sulle coste turche? Fu ripreso ed esposto mediaticamente, eppure molti anni prima, nell’attentato terroristico a Barcellona ci fu una immagine sostanzialmente identica, sebbene completamente differente nel contesto. In quel caso le autorità intervennero affinché la foto non passasse. In questo caso non metterò i link, l’immagine poi trapelò comunque dall’altra parte del mondo, ma i media europei si autocensurarono. A mio avviso si fece la cosa corretta, ma come mai il metro di giudizio non vale per un bambino siriano?
Infine anche l’Isis ha imparato molto in fretta questi metodi, viene mostrato un video in cui gli aguzzini sono palesemente molto più alti degli occidentali che intendono giustiziare. Un metodo per renderli più minacciosi, generando in chi guarda una sorta di inferiorità psicologica. Chiaramente come è stato appurato si è trattato di una scena modificata in post processing.
Ci sono moltissimi altri esempi, anche in contesto italiano e a mio avviso anche recentissimi. In alcuni casi, molto pochi, questi sistemi sono saltati perché c’è stata una contrapposizione o perché un giornalista non ha “mangiato la foglia”. In taluni casi a livello comico, come il giornalista che sulla superstrada dice in favore di telecamera “C’è una nebbia e le auto non si vedono, ma si sentono soltanto”. Eppure le immagini riportano una blanda foschia e le macchine si vedono benissimo.
Gli esempi di debunking riportati qui sopra sono stati poi esposti da alcuni giornali, ma a quanto pare non in Italia, se non da qualche blogger. Per cui molta gente è convinta che quello che gli è stato mostrato corrisponda a quanto è stato raccontato. Quindi quando vedete qualcosa , qualsiasi cosa, raccontato dai media analizzate quanto vedete e quanto sentite, abbiate una vostra analisi critica. Il titolo al 99,9% è una balla, molto spesso non corrisponde al pezzo, ma anche quest’ultimo è manipolato, o non verificato, così come le immagini. Basta mettere la telecamera in una certa angolazione, con una certa luce e le cose appaiono in modo completamente differente; figurarsi con l’uso delle parole.
E sì siete stati manipolati, come me, come tutti.
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