E piuttosto interessante l’articolo apparso du Business Insider che riprende a sua volta un articolo di Christopher Mason, professore della Weill Cornell Medicine.
In sostanza Mason ribalta il concetto classico della vita su un altro pianeta. Cioè ci sforziamo e anche parecchio per cercare di capire se ci sono forme di vita, intese come unicellulari o comunque microbi, in altri pianeti come ad esempio Marte. Infatti una scoperta del genere apre a svariati scenari.
Tuttavia come detto Mason porta l’esempio opposto. Cioè e se fossimo noi a portare la vita in un altro pianeta? Una constatazione decisamente meno illogica di quanto si possa pensare. Infatti pur con tutte le precauzioni e le tecnologie di cui disponiamo, in realtà siamo noi stessi portatori di microbi.
E qui si sta parlando della NASA, come sappiamo proprio qualche giorno fa la Cina ha fatto atterrare un rover, e quelli hanno standard… vabbè diciamo che siano standard… Certo basta vedere come fanno rientrare i razzi, poi se casca sulla capoccia di qualcuno “chissene“. Quindi se questo è il metro di paragone, chissà come è stato assemblato quel rover. Probabile che si sia portato dietro un complesso di condomini di microbi.
E la considerazione non si ferma li, infatti uno potrebbe pensare, vabbè qualche microbo portato in una condizione ambientale decisamente pessima (niente ossigeno, diversa gravità, pressione, temperatura media) che sarà mai?
Ed invece secondo le stime di Christopher Mason le condizioni sono estremamente variabili. Dal disastro totale ad una sorta di terraforming, chiaramente viste su periodi di milioni di anni.
Insomma se ci pensiamo, la zanzara tigre sbarcata per caso sul continente europeo, ci ha messo meno di un decennio per colonizzare e distruggere la zanzara tradizionale. O potremo citare anche Cristoforo Colombo, arrivato sul continente americano la primissima sventura per le popolazioni fu un batterio totalmente innocuo per gli europei, che oramai avevano raggiunto una immunità, ma non per i popoli dell’altro continente. Noto anche come “scambio colombiano“. Risultato una discreta strage silente che addirittura avrebbe quanto meno dimezzato le popolazioni locali.
Viene quindi da considerare, ma se mai trovassimo vita aliena e per l’appunto non necessariamente intelligente o invertebrata, noi da quale parte della storia ci troviamo. Siamo i colombo o siamo gli indigeni locali?
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