Questa storia è sostanzialmente non verificabile poiché per gran parte è composta da condizionali e dubitativi. Ne troviamo una prima traccia per mano del scrittore Francois Brune che fine anni sessanta è a Venezia. Mentre aspetta una imbarcazione fa conoscenza di un Frate Benedettino. Il suo nome è Padre Pellegrino Ernetti. I due in breve si metteranno a conversare di teologia, e il frate dirà di aver conosciuto tutta una serie di personaggi ben noti tra cui Enrico Fermi e Wernher von Braun.
Forse già qui la cosa potrebbe risultare in qualche modo stupefacente, Fermi morirà nel 1954, mentre von Braun sarebbe ancora vivo all’epoca, visto che si spegnerà nel 1977. Tuttavia poteva non essere una cosa tanto assurda.
Chi era Padre Pellegrino Ernetti? Un musicista con cattedra di musica prepolifonica, Esorcista e anche Fisico con laurea conseguita a Milano. Si potrebbe partire dai primi due titoli, ovvero musica ed esorcismo. Infatti forse dopo un esorcismo avrebbe registrato la voce di un defunto su un nastro magnetico che probabilmente usava per la registrazione musicale.
Siamo negli anni 50 è queste tecnologie erano letteralmente nuove così come le applicazioni non propriamente primarie, per cui cominciavano ad apparire presunti fantasmi nelle pellicole fotografiche o appunto voci sconosciute nei nastri magnetici.
Forse a causa di questo avvenimento mette in piedi un team composto da 12 persone, tra cui appunto i citati Fermi e Von Braun. Il risultato sarà tra il 1952-53 del cronovisore, una sorta di televisore che permette di vedere il passato.
Nel libro di Brune del 2002 ci riporta la descrizione fatta dal frate. Il cronovisore era composto da tre componenti, uno che aveva una moltitudine di antenne atte a captare il più ampio spettro possibile di frequenze. La composizione era fatta da diverse leghe di metalli. Un secondo componente era un selettore che si muoveva “alla velocità della luce” e permetteva di selezionare la data e la persona, questo poi avrebbe “seguito” il suo bersaglio. Infine il visore, simile ad un televisore dove poter registrare (negli anni 50.. dove? come?) le immagini.
Secondo il frate suoni e riflessione della luce, che sono poi le immagini che vediamo, essendo di fatto energia non si distruggono, ma viaggiano all’infinto nello stesso tempo. Quindi questo strumento era in grado di decodificare questa specie di stratificazione energetica e riprendere cose dette e fatte nel passato. In realtà si rifà parzialmente ad una teoria relativistica di Einstein
Ernetti sarebbe andato per prima cosa nel suo recente passato, il famoso discorso di Mussolini a Palazzo Venezia. Il motivo era perché voleva verificare che lo strumento fosse affidabile dato che avrebbe confutato qualcosa di verificabile poiché recente.
Poi si sarebbe spinto più indietro a Napoleone, a visioni dell’antica Roma fino anche alla rappresentazione del TIeste nel 169 a.c. ritenuta perduta. Proprio Ernetti l’avrebbe trascritta riportandola alla conoscenza dall’oblio. Ed infine la via Crucis di Gesù Cristo e le vicende che conosciamo dai testi sacri.
Tutto questo è stato registrato e portato a conoscenza dell’allora Pontefice che constata la potenziale pericolosità (il passato non deve essere verificabile?) ne ha decretato la segretezza. La macchina sarebbe poi stata presa in consegna dal Vaticano e giace ancora oggi nelle famose “segrete“.
L’opinione pubblica viene a conoscenza della cosa nel 1972 perché è proprio Ernetti ne parlerà in una intervista alla Domenica del Corriere e successivamente in molte sue lectio.
Ernetti è scomparso nel 1994 e di questa storia resta una sorta di scontro tra chi ne è convinto e chi crede sia una bufala. Infatti a parte le delazioni del frate, fatte in gran parte da terzi, ci sarebbero pochissime prove. Una è l’immagine del Cristo durante la via Crucis che però sarebbe una foto di un quadro di Raphel Wehle chiamato “Gesù sul lago tiberiade”. Una seconda foto sarebbe un primo piano del Gesù sulla croce, ma anche questa immagine sarebbe la foto di una scultura lignea realizzata dallo scultore spagnolo Lorenzo Valera. Tuttavia queste prove non è chiaro se fossero state effettivamente fornite da Ernetti, a quanto pare ci sono parecchi discordanze, oltre che parecchi “fake”.
Anche la prova più concreta di tutte, ovvero la trascrizione del Tieste perduta nel tempo, è stata smentita da una studiosa di linguista classica. Il motivo è che alcune parole utilizzate nella trascrizione sarebbero nate solo secoli più tardi. Ma anche in questo caso c’è chi contro smentisce la studiosa… insomma un casino.
Nel letto di morte Ernetti avrebbe confessato che il cronovisore era una bufala. Avrebbe appunto, anche qui c’è chi afferma il contrario chi prende per buono.
Tralasciando i se e i ma, e le delazioni varie; pare evidente che la cosa fosse una sana invenzione. Fermi ci avrebbe lavorato pochissimo poiché scomparso. Ma poi dove si sarebbe svolto il team di lavoro? Ernetti era un fisico, ma teoria è una cosa, realizzare è un altra storia. Come sarebbero arrivati al risultato, con quali processi fallimentari che sono inevitabili prima di arrivare al risultato utile? E tutto parecchio pasticciato tipico di una frottola.
Ma è proprio questo il punto… perché Ernetti si è messo a raccontare questa cosa? Voleva forse arrivare a far decretare in qualche modo, seppur non convenzionale, l’esistenza di Cristo? O forse con l’età emerge una sorta di megalomania. Non sarebbe il primo caso, come gente che ha svolto carriere onorabili, serie e poi parla di Alieni o cose simili.
Non ultimo la storia espressa da Ernetti è decisamente somigliante al racconto “il cronoscopio” di Isaac Asimov del 1956. Tuttavia un cronovisore oggi esiste, ma non funziona in quel modo, bensì è un catalogo di scene storiche note ed è installato a Valencia in Spagna presso il museo di Storia. A suo modo Ernetti aveva ragione.
Fonte Wikipedia.
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