Per chi non lo sapesse Amazon nell’account Prime regala giochi, per lo più di genere Indie. Il problema è che questi giochi vanno riscattati, cioè dovete andare nell’applicazione (da scaricare su PC Windows) e premere il pulsante per cui si accetta il gioco in regalo. Poi non serve scaricarlo subito.
Non ricordo quando, ma si parla di anni, ci stava un titolo che mi aveva incuriosito in una delle famose promozioni di Steam, quando queste erano davvero promozioni, ma non l’avevo “messo in saccoccia”. Quindi qualche anno dopo mi ri-salta fuori in Amazon. Non perdo l’occasione di fare il “redeem” ma non lo installo. Passano altri 1-2 anni fino a settimana scorsa.
Il titolo si chiama SOMA edito dalla Frictional Games, una etichetta che credo di non aver mai sentito. Però ragazzi… che capolavoro assoluto. Una perla davvero incompresa. Il gioco è uscito nel 2015, si tratta di un game in prima persona ma non è uno sparatutto. Anzi, non ci sono proprio le armi.
Il gioco si regge al 70% sulla trama, il 25% sull’ambientazione ed effetti sonori, il 5% si può dire che sia il gioco puro. Ma paradossalmente è qui la magia, non è un gioco fine a se stesso come i titoli sparatutto tripla A. Qui sei trasportato in prima persona dentro una trama degna di un filmone. Un mix tra System Shock 2 e Bioshock.
Il resto è suspance, ti prende e non vorresti staccarti per capire come andrà a finire. Ma non essendo armato sei inerme e devi calcolare bene che fare, tanto che alcuni settori li ho lasciati inesplorati perché i “nemici” sono davvero inquietanti.
La grafica non è da urlare, ma l’uso sapiente dei colori, del “flare” e di altre tecniche lo rendono bello da vedere anche nel 2021. L’audio poi lo accompagna, ci sono punti dove davvero ti scende il brivido nella schiena. Dentro i laboratori in più di qualche occasione si sente “qualcosa” che striscia nelle famose condotte di aerazione proprio sopra la nostra testa. Oppure entità che urtano oggetti nella stanza affianco. Ma poi vai a vedere e non ci sta nessuno…
La trama… ma prima di continuare
La trama parte da Simon, un giovane canadese che a seguito di un incidente d’auto ha perso la sua amata, ma sopratutto ha subito danni cerebrali per cui sa che non vivrà molto. Uno scienziato si offre di aiutarlo con una tecnica innovativa, ma prima devono fare uno scan al cervello per capire la situazione.
Lo scan riuscirà, come capiremo più tardi, ma Simon si sveglia in un luogo che non conosce e sopratutto oltre 100 anni dopo. Una sorta di stazione scientifica in sfacelo. Uscendo in un corridoio capisce dove si trova, in fondo all’oceano! Entrando in una sala di controllo riesce a mettersi in contatto con una certa Catherin, in cui gli chiede di raggiungerlo in una stazione parecchio distante da li. Le stazioni infatti usano le lettere dell’alfabeto greco e sono tutte sul fondo dell’oceano nei vari continenti collegate tra loro tramite rotaie o zeppelin sottomarini.
La motivazione di queste strutture ben presto diventa chiara, una cometa ha colpito la terra e l’unica possibilità era difendersi sott’acqua. Ma la sotto gli ultimi superstiti umani si trovano ad affrontare una minaccia inattesa.
Gli umani hanno sviluppato la tecnologia che Simon aveva sperimentato 100 anni prima per comandare dei robot. Ma con la terra oramai distrutta e l’impossibilità di riuscire a vivere sott’acqua premono per una soluzione esistenziale e filosofica. Mettere le coscenze in un sistema informatico, lasciate a vivere in mondo virtuale, e spararle su un satellite a vagare nello spazio. Lo spirito di sopravvivenza di una specie, la nostra.
Ben preso Simon capisce che è un robot, quello reale in carne ed ossa era morto un secolo prima. La sua era una continuazione. L’anima si può clonare in un dato momento e farla proseguire. Ma con quali implicazioni?
Tutto questo processo però ha un nemico. WAU il sistema informatico principale cerca una soluzione alternativa per conto suo e sperimenta la trasformazione biologica, in una sorta di essere unico. Il risultato è la distruzione delle stazioni, attraverso sostanze gelatinose, alcuni sventurati sono catturati e trasformati in stato larvale. Alcuni riescono a staccarsi da questo destino, ma diventano come zombie, cristallizzati in un tempo che non è quello reale.
Dopo varie peripezie Simon raggiunge Catherin, ma scopre che anche lei è un robot, per altro danneggiato. La inserisce dentro un omnitool e la spegne ed attiva quando può nelle stazioni.
Dopo svariate peripezie dove visita una stazione dopo l’altra arriva a capire dove si trova il sistema satellitare per inserire le coscienze. Nel fondo di un abisso sottomarino, non viene citato ma è la fossa delle Marianne.
Qui si trova ad assumere una decisione che Simon non comprende. Deve cambiare il suo corpo con quello di un cadavaere a cui viene impiantato un chip condizionato dalla protomolecola di WAU. Ma che è già vestito con una tuta che può resistere alla pressione oceanica. L’effetto però è inatteso. La nuova coscienza di Simon è clonata nel nuovo corpo, non tralata. Mentre quello vecchio è rimasto li in stato di semi-incoscenza, dentro una stazione prossima al collasso.
Verso la fine troveremo l’ultimo umano, degno di questo nome, ad essere trovato vivo, o meglio, in condizioni non proprio buone. Sarà proprio lei a darci l’ARK il sitema informatico satellitare. L’atto finale vede Catherin e Simon iniettare le proprie coscienze nell’ARK poco prima del lancio. Ma ancora una volta Simon non capisce che si trattava di una clonazione.
Un’altra versione di Simon e di Catherin sono sul satellite in orbita, in un mondo virtuale con qualche glitch ma vivibile. il Simon presente del gioco è rimasto laggiù nell’abisso più nero al buio e senza nessuna speranza.
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