Oggi passa il decennale della scomparsa di Steve Jobs. Dieci anni fa fu un evento certamente mediatico come lo è poi stata gran parte della sua vita. Una rock star ma dei computer, tanto da diventare quasi mitologica.
Nelle interviste e libri postumi sulla sua vita, come quello della sua prima figlia che ha riconosciuto solo tardivamente, era un personaggio difficile. Una specie di narcisista, una specie di sovrano e certamente anche uno che aveva una visione delle cose differente. Quella specie di cambio di prospettiva che gli ha permesso di fare computer in modo diverso. Ma se non fossero stati i computer poteva essere qualsiasi altra cosa.
Di sicuro averci avuto a che fare in modo diretto deve essere stato poco piacevole. Se dovessimo cercare un nuovo genio oggi sicuramente quello che più si avvicina è Elon Musk. Ma a differenza di Jobs il rapporto con i dipendenti risulta essere ben diverso, anzi totalmente diverso. SpaceX con tutti gli errori iniziali non sarebbe diventata SpaceX. E questo lo puoi fare se il capo ti permette anche di sbagliare.
La Apple è cresciuta a dismisura in questi 10 anni, è probabilmente l’azienda con più capitali liquidi a disposizione. E il futuro sembra una strada spianata. L’avvento di Apple Silicon sta già creando un divario incolmabile con tutti gli altri. Anche perché quel sistema li, quelle capacità ce l’hanno solo loro.
Dall’altra parte però Apple non è più innovatrice, insomma gli effetti WOW non ci sono più. Ed è anche uno dei motivi per cui l’azienda si è lanciata in una feroce guerra contro la fuga di informazioni, che per altro viene dal loro interno. L’unica cosa che gli è rimasta è la suspence dell’evento. Cosa in cui Jobs era maestro.
Oggi gli innovatori, o meglio gli sperimentatori, sono altri. Samsung, Xiaomi. Di certo si espongono con nuove tecnologie senza aver valutato troppo i problemi che poi escono fuori puntuali. Ma però al lancio del prodotto hanno messo il punto, fatto scena. Poco importa se il primo vero prodotto senza rogne verrà fuori dopo due o tre versioni.
Apple queste cose non le può fare, ha una reputazione da difendere. Ed ecco che i 120Hz vengono fuori anni dopo la concorrenza. Tuttavia sono adattivi e non sparati li a caso. Quindi rimane il DNA di Jobs, cioè vedere le cose da una prospettiva diversa.
Rimane il dubbio di cosa o come avrebbe condotto l’azienda se fosse ancora vivo. Non sono del tutto sicuro che sarebbe riuscito a raggiungere questi risultati. Anzi…
Chiaramente la Apple di oggi non è più l’azienda padronale di 10 anni fa. Lo si vede dagli eventi, Tim Cook non è centrale, non è un dominus come lo era Steve. E questo sicuramente è un riflesso di come sta lavorando l’azienda. Ognuno è specializzato nel suo settore, nel gestire il suo team e quindi anche le scelte che ne derivano. Non penso proprio che la presenza di un Steve, che faceva da collettore onnicomprensivo, potesse tenere il passo su tutti i settori in cui si sta giocando, per altro molto bene, le proprie carte.
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