Qualche settimana fa è uscito un report delle vendite pc (intesi come fissi e notebook) relativo al 2022. Le cose sono andate male, parecchio male. Tutti hanno accusato una contrazione che parte dal 20% in su, per arrivare al peggiore con il quasi -50%, ovvero Apple.
I numeri, anzi le percentuali, viste così fanno scalpore, in realtà le cose sono un po’ differenti. La contrazione era attesa, anche perché nel 2020-21 c’è stato un evento che tutti conosciamo. Questo ha portato a comprare portatili o pc spesso come spesa non preventivata, per cui il mercato era in realtà drogato.
Nel caso di Apple la situazione è stata ulteriormente caricata dal passaggio, proprio nel 2020, dei processori X86 ad ARM conosciuti come Apple Silicon. Tra benchmark ed effettivi miglioramenti rispetto alla concorrenza, la necessità dello smart-working, proprio il brand della mela morsicata fece un balzo in avanti piuttosto netto. Ora semplicemente paga le conseguenze al contrario, complice anche un adeguamento dei prezzi verso l’alto, dettato dall’inflazione americana.Nonostante il dimezzamento delle consegne, sappiamo già che il chip M3 è entrato in produzione, quindi a settembre butteranno fuori prodotti rivisti con questo processore. E visto che il processo produttivo si sposta da 5 nanometri a 3 nanometri, c’è la comprensibile attesa di forti miglioramenti.
D’altronde M2 era poco più che un M1 con le frequenze rialzate e qualche piccola miglioria, non a caso i benchmark rispetto al predecessore erano limati. E sempre non a caso i nuovi Macbook Pro 2023 sono usciti senza un evento dedicato. Situazione che di solito è dedicata a prodotti che rivestono una minore importanza.
Quindi conviene aspettare? Sicuramente sì, anche perché nella peggiore delle ipotesi se i modelli successivi non sono questo granché, si può valutare il modello 2023 optando per un prezzo sicuramente più basso.
Per altro sarà da vedere se il dimezzamento delle vendite avrà impatti proprio sui listini. Tecnicamente dovrebbe essere stato superato il livello di valutazione spesa-rendimento da parte degli acquirenti, continuare su quella strada non avrebbe senso.
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