Qualche settimana fa giro verbalmente una URL ad un collega, il quale nel momento che ci entra viene silurato da ads, pop-up e quant’altro. Sono rimasto per un attimo basito, il fatto è che girando per il web con Brave, tutto quello strato di deturpazione simile ai graffitari, non lo vedevo.
Ora, capisco che la pubblicità è l’anima del commercio e in questo non ci sta niente di male. Solo che senza ad-block è impossibile girare per il web. Generalmente entri e ti compare un pop-up a tempo che copre l’intera pagina, già qui mi chiedo che senso abbia. L’utente neanche la guarda, e se lo fa è seccato, per cui è pure contro-producente per l’inserzionista.
Poi ci dovrebbe essere il prodotto editoriale in sé, ovvero il sito, che con le Ads non si capisce neanche quale sia, sembra appunto di intravedere un portone pieno di tag dei graffitari. Roba che lampeggia ovunque, tasti call to action che si mascherano con quelli del sito. Guardare diventa persino faticoso, perché devi distinguere se stai leggendo fuffa o quello che il sito voleva proporre. Perché come non bastasse, ci sono Ads mascherate da simil articoli, devi fare caso alla parolina “sponsorizzato” che compare in un tenue “grigetto”, quasi a scomparsa con il colore del fondo.
Sono ben evidenti due cose, uno che dell’utente non gli frega una mazza, perché tutto è in funzione per mostrare spazi pubblicitari, il prodotto editoriale è quasi inesistente. Due, che il costo pubblicitario, o meglio le entrate per il sito, sono diventate praticamente inesistenti, e per tentare di compensare arrivano a coprire oltre il 70% della pagina con materiale “alieno”.
Questa cosa ricorda le riviste patinate, un articolo striminzito e tre pagine di pubblicità. Alla fine gli utenti sono scappati, così sarà per i siti.
Con gli AD-Blocker cambia tutto, banalmente il tempo, perché falciando fuori centinaia di Kilobytes di Javascript da computare i tempi di caricamento calano in modo drastico. E poi quello visivo/funzionale, appare il prodotto editoriale o quello che ne resta, senza tutto il ciarpame.
Lo stato del web così non funziona, se non va bene quel livello ossessivo di esposizione pubblicitaria, non va bene il blocco totale opposto. Ma le cose potrebbero andare di male in peggio. Google è in crisi, visto che vive di pubblicità.
Ha proposto, anzi ci stanno lavorando da qualche anno, a modifiche interne a Chrome e Chromium, per introdurre una sorta di DRM dei siti web. In sostanza vogliono falciare tutti i sistemi, definiti da loro come Bot, poiché questi minano la sicurezza del web. Inutile dire che dentro quel calderone ci cascano anche gli ad-block.
Ma Google, benché grossa e Chrome, benché primo della lista, da soli non vanno da nessuna parte. Per cui hanno proposto una sorta di santa alleanza con gli altri attori (Microsoft ed Apple in primis), a cui al momento paiono aver risposto freddamente, quando lo hanno fatto.
Apple sappiamo benissimo che ci marcia sopra alla questione, spacciandola per morale, e la cosa gli ha giovato miliardi. Microsoft è tecnicamente competitor con Bing e nella prima fase potrebbe pensare di trarre vantaggio competitivo se si posizionasse nel lato opposto.
Credo che comunque un punto di rottura non sia molto lontano, nel senso che qualcosa dovrà succedere. Hive in questo senso è pioneristico, o potrebbe esserlo. L’alternativa è un Patreon-Twitch mode. Medium, per esempio, è già in questa modalità. Certo però che così facendo si manda alle ortiche il sapere libero, la libera circolazione di idee, contenuti eccetera. Purtroppo, i server costano, la corrente per tenerli in piedi pure…
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