La storia che vado a raccontarvi è assolutamente vera nella cronaca, ma sembra il plot di un film hollywoodiano per quanto possa sembrare assurda. Eppure in mezzo all’assurdità, che ha molto il sapore della solita truffa, ci sono degli endorsment, diretti o indiretti che sono usciti dal Presidente degli Stati Uniti, Wikileaks, un vasto numero di testimoni e perfino Papa Giovanni Paolo II.
Siccome la storia come ho detto sembra la sceneggiatura di un film, la tratterò come tale.
Siamo nel 1958, un ventenne di Brescia nel boom economico intraprende l’attività di imprenditore nel settore calzaturiero. Questo ragazzo è sveglio, appassionato di matematica e curioso di quel periodo pieno di aspettative, specie tecnologiche. In quell’anno infatti nasce la NASA, vengono lanciati i primi satelliti; questo per dare una idea del contesto storico e tecnologico. Il giovane negli anni avrà modo di registrare numerosi brevetti, e creare società a testimonianza delle sue capacità.
Il lavoro da commerciante lo porta a viaggiare in giro per l’Italia quando incontra quasi per caso dei frati di un convento nel sud Italia. I frati gli fanno conoscere un confratello, o meglio non è un frate, è più un ospite che tutti chiamano il professore. Il nostro commerciante rimane folgorato dal professore ed instaura un rapporto da allievo ma anche di amicizia. Infatti appena può scende da Brescia al Sud Italia solo per poterlo incontrare.
Nel rapporto che si consolida e con essa la fiducia reciproca, il professore ad un certo punto gli parla della possibilità di realizzare una “macchina” che sarebbe in grado, con una potenza piuttosto esigua in entrata, di annichilire la materia in modo controllato e circoscritto. Si tratta di un congegno le cui possibilità sono a larghissimo spettro, infatti si potrebbero annichilire i rifiuti senza avere particelle o residui tossici, ma allo stesso tempo generare energia senza i ben noti “impicci” di quella nucleare. Ma potenzialmente è anche un arma di distruzione fuori dal comune. Motivo per cui il professore è restio alla sua realizzazione.
Dopo 6 anni di frequentazione il giovane bresciano decide di aver appreso le conoscenze necessarie dal professore per realizzare questa “macchina”, con il benestare di quest’ultimo che però gli impone una serie di condizioni di segretezza. E’ una impresa non semplice e sopratutto costosa, per oltre 8 anni il giovane tenta e ritenta senza successo, si contano ben 228 “macchine” distrutte, ma con piccoli segnali di potenzialità che comunque indicano che la strada intrapresa sarebbe quella giusta.
Verso gli inizi degli anni 70, attraverso le sue società entra in amicizia con un dottore. Quello che il giovane non sa è che questo signore è un ufficiale dei servizi segreti in incognito, nonché massone della nota P2. Il suo nome è Massimo Pugliese. Evidentemente Pugliese deve aver capito qualcosa e attenziona il giovane bresciano. E qui iniziano i guai con la giustizia, con una prima perquisizione nel 1973 ed una seconda nel 75 motivata da futili motivi come “ricerca di materiali pericolosi”. Addirittura viene arrestato per 87 giorni a Torino per presunte implicazioni nel sequestro di Carla Ovazza, moglie di Jean Paul Elkann. Le perquisizioni, e l’accusa di sequestro finiscono nel nulla, tuttavia indeboliscono le finanze del giovane imprenditore, e la sua credibilità nella società.
Il ragazzo quindi decide di rompere una parte dell’accordo di segretezza con il frate-professore e si rivolge a Pugliese ed altri amici per aiutarlo a trovare finanziatori. Nel frattempo i progressi sono stati incoraggianti e la macchina è sostanzialmente funzionante, tanto che viene realizzata una prova che lascia sbigottiti i testimoni. A questo esperimento ci sono varie personalità, oltre agli amici, tra cui il Sindaco di Brescia e un colonnello dei Carabinieri, oltre allo stesso Pugliese. L’esperimento, forare una lastra di metallo piuttosto spessa posto a distanza riesce con successo. Viene eseguito un secondo esperimento e questa volta viene video registrato da Pugliese che decide di mostrare il video ad esponenti dell’ambasciata Americana che informa il suo governo attraverso un cablogramma, ripreso anche di recente da Wikileaks, con il nome di “Secret Rome 15277“. Il presidente degli Stati Uniti in persona, Henry Ford, manda un suo esponente in Italia, tale ing. Matthew E. Tutino che chiede una prova decisamente improbabile ed inquietante, ovvero neutralizzare un satellite in orbita. Il giovane bresciano si inquieta e decide di negare qualunque esperimento.
Cerca poi di coinvolgere il governo italiano il quale attraverso una serie di senatori e parlamentari, oltre ad un esponente della nascente società per il nucleare, il professor Ezio Clementel, chiedono una serie di esperimenti, anche questi video registrati. Questa volta non tutti riescono, in uno la macchina implode su se stessa rivelando comunque una enorme potenza tanto da sciogliere la soletta di marmo posta sotto di essa, ma senza danneggiare il supporto. Clementel nella sua relazione ammette che le potenze in gioco erano ben oltre le tecnologie in essere negli anni 70.
Non segue nulla di fatto, e il giovane bresciano, oramai uomo, si trova di nuovo con problemi finanziari. Cerca finanziamenti in Italia e li trova nell’imprenditore sardo Giuseppe Piras, che però si rivolge a sua volta ad un editore belga che pretende il coinvolgimento del proprio governo. Neanche a dirlo viene chiesto un nuovo esperimento prima di erogare soldi. A questo esperimento viene mandato un maggiore dell’esercito belga, tale Jacques Leclerc. L’esperimento consiste nell’annichilire delle lastre di cemento a 2 km di distanza. Il tutto si sarebbe svolta presso un forte della prima guerra mondiale sul monte Baremone. L’esperimento riesce e Leclerc nel suo rapporto dirà “ho detto al generale Bastogne di buttare via i suoi carri armati, perché con questa arma non servono più a nulla”.
Il governo del Belgio accetta di finanziare il progetto e si costituisce una società italo-belga, tuttavia il vulnus del bresciano, ovvero che l’utilizzo della macchina non deve essere per nessun motivo di tipo militare, viene abilmente aggirato con norme da azzecca-garbugli. Siamo nel 1978 e durante il collaudo, che doveva consistere l’ebollizione di una bacinella d’acqua viene invece chiesto di annichilire un carro armato. Il nostro, capito le intenzioni, decise di far implodere la macchina in modo volontario e far fallire il collaudo, con esso anche la società italo-belga e un contratto da 5 miliardi di franchi-belgi.
Dopo gli eventi con il governo del Belgio, il nostro connazionale tenta di riallacciare i contatti con il governo italiano, allora presieduto da Giulio Andreotti (siamo nel 1981) e attraverso l’allora Ministro Antonio Mancini e gli amici storici, escluso Pugliese che è stato smascherato, vengono svolti altri esperimenti. Questi portano all’ebollizione dell’acqua in tubi di PVC, senza che questi si sciolgano. Sempre in quel periodo c’è l’incontro con il professor Zichichi il quale però derubrica gli esperimenti fuori da ogni schema, o probabilmente non veritieri.
Le relazioni entusiaste di Mancini (purtroppo non verificabili) però portano alla richiesta da parte di esponenti del governo a conoscere ancora una volta se la macchina può essere riportata alla fase precedente. Cioè quella dell’annichilamento della materia. Viene eseguito ancora una volta sul Monte Baremone l’esperimento che vede la foratura di un mattone e una mannaia da km di distanza.
Era chiaro che anche il governo italiano, come quello americano e belga, fossero interessati al “raggio della morte” e non a scopi ben più utili come generare energia elettrica o termica a basso costo. Il nostro “eroe” è costretto ancora una volta a distruggere il lavoro svolto e fermare ogni tipo di collaborazione, sebbene vada detto che spesso in questi test alcune di queste macchine sarebbero in possesso dei governi citati in precedenza, ma non utilizzabili perché, proprio come in un film, privi di un non meglio citato codice o di qualche sistema per attivarlo.
Come in un classico movie d’azione e di spionaggio si passa alla fase di rappresaglia e screditamento a mezzo stampa. Il bresciano viene descritto come truffatore da vari giornali, addirittura viene emesso un mandato di cattura nel 1983 per illeciti su materiali ferrosi ed evasione iva. Ma viene avvisato da qualcuno e si rifugia in Spagna dove per altro aveva degli interessi commerciali. Sempre in quell’anno viene emesso un secondo mandato di cattura per esportazione di valuta e opere d’arte. E se non bastasse nel maggio del 1983 il tribunale di Trento emette un terzo mandato per “aver costruito senza licenza un ordigno micidiale detto Raggio della morte”. Una autentica beffa visto e considerato che proprio lo stesso aveva rinunciato a contratti miliardari proprio a causa di questo potenziale motivo.
La campagna denigratoria va avanti a fase alterne fino al 1988, quando il tribunale di Venezia revoca i mandati di cattura e fa cadere tutte le accuse perché il fatto non sussiste. Ma oramai il danno di immagine, specie in ambito scientifico, è di fatto completo.
In Spagna tuttavia, non senza difficoltà, ha continuato a sviluppare la macchina, aggiungendo una terza fase, dopo l’annichilamento e il riscaldamento si è giunti alla fase più assurda, la trasmutazione. Ovvero la trasformazione della materia. Il nostro bresciano registra dei video nell’esilio spagnolo, pare per un informatico, un certo Carlo, dove mostra la trasformazione dei cubi in poliuretano espanso in oro. Lo scopo è quello di stabilizzare, proprio attraverso il supporto delle crescenti opportunità informatiche, l’intero processo che come si evincerebbe dal video, sembra essere del tutto casuale nell’innesco. Da qui la motivazione del video per convincere Carlo ad aiutarlo.
Rientrerà in Italia da uomo libero dopo 11 anni di esilio, ma le notizie e le prove che abbiamo come certe sulla macchina, ovvero foto e video, si interrompono proprio nell’anno 1992, per volere dello stesso autore. Tuttavia come poi si intuirà, in questo periodo il lavoro di ricerca e sviluppo continua, anche perché se dobbiamo credere a quanto si è visto, a questo punto non dovrebbero più sussistere problemi di tipo finanziario o di reperimento delle materie prime. Ma ad oggi queste sono soltanto delle ipotesi poiché permane un velo di segretezza.
Ma i colpi di scena non sono finiti. Sia per quanto riguarda la macchina, per cui dopo la terza fase ne esisterebbe una quarta, ma anche perché nel 2001, oramai a 63 anni, avendone avuto l’autorizzazione svela il nome del frate-professore con cui è rimasto in contatto in tutti questi anni e che ha postulato le teorie alla base di questi esperimenti.
Togliamo la maschera
Avrete notato che non ho mai citato il nome del giovane, oramai anziano imprenditore bresciano. Si chiama Rolando Pelizza, classe 1938. Come ho detto in apertura avrei trattato la storia come il plot di un film hollywoodiano e ho voluto mantenere un po’ la suspence e il mistero.
Nel 2001 Pelizza decide di svelare al mondo intero, compresi i suoi fedeli collaboratori che ne erano all’oscuro, il nome del frate-professore conosciuto nel 1958. Si tratta di Ettore Majorana, il professore di Ingegneria e Fisica, uno dei ragazzi di via Panisperna a Roma, tra cui Enrico Fermi, noti per gli studi sulla meccanica quantistica e fisica nucleare.
Il problema è che Ettore Majorana sarebbe morto il 27 Marzo 1938, ovvero quando Pelizza nasceva. Il fatto che citi un deceduto, benché si debba precisare che la sua morte sia presunta, è una sorta di fregatura, come fai a dire di parlare con un morto?
Tuttavia Pelizza ha una considerevole mole di prove, nemmeno tutte svelate a quanto lui stesso dice. Ora si tratta di capire se le prove sono vere o meno. La corrispondenza con Majorana oggi è resa pubblica, così come le foto dello stesso. E’ da registrare che in questi ultimi anni ci sono stati dei giornalisti che si sono interessati alla storia e hanno cercato di verificare i fatti e sentito i testimoni. Le lettere sono state periziate da una grafologa accreditata nei tribunali, il quale è giunta alla conclusione che gli scritti sono paragonabili con quelli noti e certi di Majorana. Addirittura la lettera del 2001 sarebbe sicuramente scritta dal fisico scomparso.
Anche le foto che ritraggono Majorana sono state periziate, ed è emerso che non sono state rinvenute manipolazioni, che sono compatibili con le tecnologie del tempo, e l’analisi antropomorfica riporta una compatibilità elevata che porta il perito ad affermare che la persona ritratta sia la stessa delle foto risalenti ed antecedenti al 1938.
Non ultimo ci sono vari indizi di terze parti sulla possibile presenza del fisico italiano, una in particolare è citata nel 1984 persino da Paolo Giovanni II che dopo aver visitato il convento di Certosa San Serra di Bruno, cita come presenza tra i confratelli proprio il nome del fisico scomparso. La cosa ancora più surreale è che dopo questa dichiarazione i frati si sono affrettati a smentire niente meno che il pontefice, cosa credo mai accaduta.
Se per gioco prendiamo per vere le missive di Majorana al Pelizza, il contenuto non è meno strabiliante. La macchina teorizzata dal fisico e costruita dall’allievo avrebbe avuto quattro fasi. L’annichilimento della materia, il riscaldamento, la trasmutazione e si giunge alla translazione, ovvero ad una specie di tele-trasporto. Nella penultima missiva di Majorana, del 2006, parla della quarta fase come della possibilità di tornare ad avere 21 anni… Per essere chiari, la fisica contemporanea non è riuscita a determinare neanche una di queste possibilità.
Per contro va detto che tra i postulati sicuramente noti di Majorana, quando era nella “prima vita ufficiale”, lasciò delle teorie di fisica che negli anni 30 non vennero capite, e ci vollero quasi 30 anni per essere compresi dalla comunità scientifica. In particolare Majoarana avrebbe precognizato all’interno di un nucleo proprio l’annichilamento di due neutrini. Cosa che però è ancora in fase di ricerca e non è stata confermata.
L’ultima lettera risale ad un periodo non ben definito dopo il 25 ottobre del 2006, visto che la data l’ha vergata Pelizza, e sotto vi è la riposta di Majorana, senza tuttavia averne indicato la data come invece era solito fare. Pelizza dichiarerà che quello è stato l’ultimo contatto, dopo di che non ha avuto più notizie. Ma non sa dire se Majorana sia morto ed eventualmente quando.
Tra l’altro persone vicine al Pelizza per delazione e quindi senza nessun riscontro, dicono che dopo il 2006 ci fu un incontro di Rolando ed Ettore al convento, ma che questo fu interrotto da alcuni personaggi dei servizi segreti che intendevano arrestare il Pelizza. Majorana si sarebbe opposto, offrendosi al suo posto. Da li in poi si sarebbero persi tutti i contatti. Ma questa, essendo una parte esposta per delazione e mai confermata da Pelizza non va considerata.
Pelizza conclude, con una lettera pubblica di fine 2018 dove annuncia il ritiro del progetto perché non è stato creduto, dopo aver fatto di tutto, persino concesso una intervista a Voyager con Roberto Giacobbo su Rai2, in cui si propone inutilmente di far verificare alla comunità scientifica, quanto esposto dalle teorie apocrife di Majorana.
Quindi Majorana almeno fino al 2006 sarebbe stato vivo? Cosa lo ha spinto ad allontanarsi da tutti e dalla famiglia? In fondo il panorama geo-politico era profondamente mutato dal 38, quando c’era ancora Mussolini e l’Italia era un regno. Insomma se poteva aver dei timori, questi nel tempo non avevano più senso di esistere. Non ultimo Majorana in persona non avrebbe parlato della macchina o delle teorie alla base di questa nel 38 o prima. Per cui se si esclude Pelizza e le sue vicende la cosa sarebbe del tutto sconosciuta. L’unica certezza è il fermione di Majorana che deve ancora essere “confutato”. Insomma, questo basterebbe a far nascondere per timore, diciamo anche un po’ egoistico, un uomo in un convento per 70 anni? Mandando poi allo sbaraglio una persona che con pur tutte le capacità, non era propriamente un fisico?
Tiriamo le somme
Come avevo anticipato nelle primissime righe del primo episodio, questa storia è assurda e se la scomponiamo in fasi si potrebbe derubricarla come il classico tentativo di pseudo-truffa o megalomania. Se non fosse che in tutto questo periodo ci sono sparse prove e testimoni che sparigliano ogni volta le carte in tavola. In pratica ho notato che per ogni parte certa ve ne è una diametralmente opposta che rimette in discussione tutto.
Il cablogramma svelato da Wikileaks è stupefacente, ed è difficile pensare che quanto esposto fosse buttato li senza una verifica, in fondo il console sta comunicando con il Presidente degli Stati Uniti su un tema che al tempo era tutt’altro che secondario. Gli USA hanno offerto a Pugliese e Pelizza 20 milioni di dollari negli anni 70, una cifra spaventosamente elevata. Ma in seguito dopo il presunto rifiuto di Pelizza non insistono, il che è strano. Vuol dire che hanno scoperto la bufala?
I video.
Poi ci sono i video, che a mio avviso “sono complicati”. Nel senso che sono girati con le tecnologie del tempo, e quindi talvolta è persino difficile capire cosa si stia guardando. L’unico video qualitativamente migliore è quello dell’esilio spagnolo, dove un cubo di gommapiuma viene trasformato in oro. Un video senza testimoni, senza riprese multiple e con poche certezze. D’altronde non doveva essere visto, ma invece è pure su Youtube.
Tralascio il parlato di Pelizza, che è in tono informale, ma ho avuto come l’impressione che lo stesso in realtà non sia indirizzato a Carlo o Carletto, ma ad un pubblico più vasto.
Più interessante il cubo come soggetto dell’esperimento. Quello ripreso in gommapiuma non ha una forma regolare quanto quello in oro, inoltre quest’ultimo presenta segni sulla faccia in favore della telecamera che non sono riconducibili alla controparte pre-mutazione. Visto e considerato che la materia viene trasmutata, dovrebbe mantenere almeno i segni più evidenti. Non ultimo quando passa la mano intorno al cubo in gomma, urta per errore lo stesso e si vede che è una copertura con qualcosa di solido dentro.
I video sono periziati come non manipolati, che ricordo può solo voler dire che non c’è stata una manipolazione digitale. Non che quello che è stato ripreso sia reale. Gli illusionisti la fanno sotto il naso da secoli davanti al loro pubblico, figurarsi dietro una telecamera.
Le foto di Majorana redivivo
Le foto di Majorana post 1938, anch’esse periziate. Indubbiamente la somiglianza è innegabile, però va detto che nel 1938 le foto erano quello che erano a livello di dettaglio. Credo che ancora ci fosse il “ritocco” ad inchiostro del fotografo, che spesso dava ai soggetti un aspetto strano. Ma quello che lascia perplessi è la datazione. Nell’ultima foto quella in cui Majorana e Pelizza compaiono insieme, il fisico dovrebbe avere 90 anni, essendo scattata nel 1996. Quello ritratto però non può avere che 45-50 anni al massimo. Appare perfino più giovane di Pelizza, che sulla carta dovrebbe avere 30 anni di meno! Ed anche le foto precedenti, vedono una persona letteralmente fuori dal tempo. L’analisi periziale giurata e l’analisi grafologica dietro quella foto dicono che si tratta al 100% di Majorana. L’occhio e il cervello però pongono dei dubbi legittimi… come porsi davanti a questa evidenza?
La macchina
La “macchina” compare nei vari video e si vede un qualche tipo di evoluzione nel corso del tempo. In genere su truffe solitamente si tende ad offuscare o rendere segreto il prototipo per non svelare l’inganno . Di sicuro in questo caso la macchina, anzi le macchine sono esistite. Infatti nelle varie delazioni di questa storia si dice che i vari governi che si erano interessati abbiano potuto confiscare più macchine. Anche qui non è chiaro quante ne siano state costruite. Tuttavia il colpo di scena c’è anche in questo caso, infatti a questo link, si può scaricare un pdf dove si vedono gli schemi costruttivi e persino l’abaco, con alcune indicazioni di funzionamento generico. Addirittura si trova persino il file in CAD della stessa. Il giornalista Rino di Stefano, che ha seguito in modo professionale tutta la vicenda, avrebbe visto una macchina “ricostruita” partendo proprio da questi documenti, ma non sarebbe l’unica. Tuttavia ad oggi non esiste una macchina funzionante.
Per quello che posso capirci, si vedono dei motori, delle bobine, degli schermi magnetici e una specie di condotto che fa da “cannone” dentro una sorta di gabbia di Faraday. Il tutto sembra tutto sommato piuttosto semplice rispetto a quello che dovrebbe fare e non si capisce come delle strutture sicuramente organizzate come potrebbero essere quelle governative, non siano state in grado di far funzionare il congegno, o quantomeno intuirne i principi di base.
Sviste
Questa storia è piena di dettagli, che appunto vanno verificati con cura. Ad esempio nel 1981, il ministro Antonio Mancino non risulta in nessun governo Andreotti dell’epoca. Il primo ministro “Mancino” è Nicola non Antonio, ma diventerà ministro dell’interno nel governo Amato del 1992, oltre 10 anni dopo. Tuttavia risulta esserci stato un parlamentare con quel nome, proprio in quegli anni. Ma esso non aveva nessun incarico.
Informatica
Indubbiamente bisogna tenere conto, in questa storia che parte per lo meno nella fase realizzativa all’inizio degli anni 70, l’informatica. In effetti Pelizza contatterà l’Ing Carlo Tralamazza di Bellinzona, lo stesso citato nel video della trasmutazione, con cui collaborerà per quasi 20 anni. Da notare che costui era pure un membro del CICAP, quindi paradossalmente la persona meno adatta se non altro da convincere. Tralamazza oggi dice di avere qualche piccolo dubbio residuo, tuttavia dice anche che la matematica a cui hanno lavorato non è la matematica che conosciamo.
Il non postulato
Cercando di documentarmi sul Majorana ufficiale, sicuramente è plausibile che lo stesso fosse aduso a scrivere lettere manoscritte, in fondo lo faceva sin da bambino. Tuttavia ad un certo punto arriva una cosa chiamata Posta Elettronica che almeno negli anni finali era di certo più sicura. Inoltre in tutte le lettere ho l’impressione che il testo discorsivo sia più ad uso e consumo di un pubblico più vasto, rispetto al diretto interessato. Ci sono continue puntualizzazioni e riferimenti vacui che a mio avviso in una conversazione scritta tra persone uno normalmente non utilizzerebbe. Ma più che altro non ci sono postulati noti sulla nuova scienza quantistica che poi sta dietro al concetto che porta alla creazione della macchina. E come prova, visto che Pelizza di certo non poteva scriverla, sarebbe stata non solo schiacciante ma avrebbe attirato l’attenzione del mondo accademico. Majorana ha lasciato una mole di pagine con calcoli scritti a mano. In questo caso non vi sarebbe nulla di tutto ciò.
Questioni di Marketing?
A mio avviso, sempre rimanendo nell’ipotesi di prendere tutto per vero, Pelizza ha commesso un errore grave. Se non ho capito male dagli scritti di Majorana, la macchina doveva essere svelata nella seconda fase, quella relativa al riscaldamento della materia. Mentre appunto i vari governi scoprono la macchina quando essa è nella prima fase. Indubbiamente in questa storia se si fosse esposta esclusivamente la seconda fase, tenendo segrete le altre, la questione avrebbe avuto, a mio avviso, tutto un altro decorso.
Ipotesi vaticana
In questa storia si sono succeduti tre governi, quello italiano che in presenza dell’interesse americano si è ritratto. Poi quello Belga. E’ chiaro che dinnanzi alle implicazioni di uno strumento simile, l’utilizzo per il bene dell’umanità e quello bellico diventano impossibili da scindere in modo sicuro come vorrebbe Pelizza. Non capisco come mai lo stesso non si sia rivolto al Vaticano. In fondo se dobbiamo cercare una nazione che dovrebbe avere una etica ferma contro la guerra, che ha un sistema di leggi ed esponenti molto stabili nel tempo, non esiste nessuna istituzione come quella Pontificia. Il governo italiano è una girandola, quello americano si passa da Obama a Trump, insomma anche se si può dare fiducia ad una persona eticamente ineccepibile, non sai mai poi chi ti arriva dopo.
Conclusioni
La domanda sorge spontanea, questa storia dura da 40 anni certificati, molti di più stando alla cronistoria. Che cosa ci ha guadagnato Pelizza? Sicuramente non è un truffatore, non di tipo classico. Non risulta abbia mai fatto raggiri, ad esempio vendendo un miracoloso macchinario, come nel caso del tubo Tucker. Anzi ha dilapidato il patrimonio famigliare e visto fallire le società che aveva creato.
Tutta la vicenda deve essere scomposta in due fasi, quella storica che è costellata da una serie di prove e testimonianze davvero schiaccianti. Possibile che tutti questi professori/ingegneri con una storia valida alle spalle si mettono a fare i bufalari? La macchina, intesa come oggetto fisico e tangibile, è sicuramente esistita, tre governi si sono interessati alla questione e non può essere un caso.
Poi c’è la fase attuale, dal 1992 non sappiamo più nulla. La quarta fase si intuisce essere stata raggiunta, anzi addirittura Pelizza in una lettera verso Majoarana parla di settima fase, con questo che lo corregge “è una variabile della quarta”. Quindi per sottrazione esiste una quinta e sesta fase?!
Senza una evidenza scientifica, o comunque una prova pubblica e certificata la cosa rimane nel campo della bufala. Oggi abbiamo strumenti ben più raffinati degli anni 90, del visibile e invisibile, oltre a telecamere con risoluzioni e possibilità di registrare milioni di frames per secondo che toglierebbero ogni ragionevole dubbio.
Personalmente non sono in grado di formare un giudizio. Ma sicuramente di questa storia ne sentiremo parlare ancora a lungo.
Vorrei concludere guardando alla Storia. Che in fondo è la nostra vera certezza. Marconi quando enunciò la possibilità di poter comunicare tra Europa ed America senza fili si prese del cazzaro da Henri Poincaré che era il massimo esperto di fisica e matematica del tempo.
Marconi proseguì lo stesso ed ebbe a dire queste parole “La mia lunga esperienza mi ha insegnato a non credere a limitazioni fondate su considerazioni puramente teoriche e matematiche le quali, come è noto, sono spesso basate su cognizioni imperfette di tutti i fattori che entrano in gioco.”
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