Continua da part5
Quel colpo di fortuna, ovvero la nebbia che era scomparsa, mi diede il boost necessario per recuperare, infatti il pomeriggio almeno le prime ore furono parecchio produttive. Tanto da arrivare all’ultima consegna, ovvero il nuovo cliente.
Quindi fortuna vuole che la situazione fosse normale o quasi, certo è che si intravedeva la foschia salire considerevolmente, ed infatti poco dopo il tempo di prendere l’autostrada che eravamo di nuovo nel limbo assoluto.
Però ero in autostrada, devo solo andare dritto, al limite fare attenzione. Di sicuro non ho semafori, incroci e chissà quale altro pericolo. Come non detto… il traffico si fa più persistente, fino ad andare a passo d’uomo tutti incolonnati. E poi obbligo di uscire dall’autostrada! Ma porca…
Siccome sulla statale si sta fermi a volte anche per mezz’ora, la gente scende per sgranchirsi le gambe, così decido di scendere pure io. Li apprendo che ci hanno fatto uscire perché pare che una cisterna ha centrato un altro camion. In quel momento ho avuto un pensiero davvero infelice con il senno di poi. Spero che sto imbecille sia crepato visto che a causa sua perderemo un casino di tempo. Il fatto è che il tizio che guidava la cisterna di combustibile è davvero morto. Ammetto che quando l’ho saputo mi sono sentito una merda, ma in quel momento dopo una giornata di stress avrei mandato a quel paese chiunque.
Nel frattempo la batteria del cellulare era crepata pure lei, per cui ero tagliato fuori dal mondo. La cosa preoccupante è che non ci si muoveva. Oggettivamente se fossi stato in auto avrei tentato di prendere delle strade secondarie, ma io con il camion non potevo prendermi questo lusso. Metti che ti trovi un ponte o un divieto, che fai?! Una vettura invece non ha questi problemi.
Dopo ore e ore di calvario riesco a guadagnare l’ingresso in autostrada al casello successivo. E siamo ancora in mezzo al nulla della nebbia, ma si capisce però che sta calando, infatti dopo Venezia la visibilità aumenta fino ad arrivare a punti dove questa è fatta a banchi. Arrivo finalmente in fabbrica, è l’una di notte. Sono partito alle 6, quindi sono sveglio dalle 5 e qualcosa.
In fabbrica c’è qualcosa di strano, la luce dell’ufficio accesa. Il figlio maggiore del titolare mi sta aspettando, tanto che sono sorpreso. Mi dice subito di chiamare a casa e avvisare che sono arrivato. Scopro in quel momento che al mattino, quando avevo tirato giù il finestrino perché nella corsia opposta alla mia c’era qualcosa di strano. Ecco stavano morendo parecchie persone, una serie di incidenti a catena ed addirittura incendi con gente incastrata. Poco dopo la stessa cosa è successa nella mia corsia.
In azienda erano tutti preoccupati, perché potevo esserci anche io tra quelli. Poi hanno visto il mio biglietto con il numero. Qualche settimana dopo mi diedero un cellulare aziendale, oggi è la prassi e costa un tubo, allora era davvero un lusso.
Insomma, sono sopravvissuto. Tra scene tragiche per davvero e tragicomiche. Oggi quando vedo la gente impanicata per un po’ di nebbia mi viene da sorridere. Tra l’altro con il cambiamento climatico oggi quel tipo di nebbione sarebbe quasi impossibile, non ne ho mai vista un altra uguale. Anzi si. Mi è successo in una ciaspolata durante una escursione in mezzo ai monti, ma li era un contesto persino divertente.
I gonna survive, e poi ce l’ho fatta. Un po’ di culo, un po’ di incoscienza, però a volte il passaggio da una tragedia ad una tragicommedia è davvero un velo sottile.
Articolo pubblicato sulla Blockchain Hive
Scopri di più da Walter's blog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.