Tanto tuono che alla fine piovve. Ma no, la blockchain e le cripto in questo caso non solo non c’entrano nulla, ma sono state sonoramente battute dal solito terzo incomodo, che ha il ben noto marchio della mela morsicata. Sì, proprio loro.
Oramai il quadro è discretamente delineato, in America, visto che qui da noi deve ancora materializzarsi come è prassi. Prima succedono cose dall’altra parte dell’oceano, e poi sappiamo che l’onda arriva anche qui.
Stiamo parlando di Apple, ma non in veste tecnologica diretta, o di servizi legati ai prodotti tecnologici. Anche se in realtà è probabile che li si vada a parare. Ma di Apple come nuova tipologia di Banca. Infatti, in questo periodo si stanno muovendo con una certa fretta, vediamo a breve come mai. Hanno lanciato diverso tempo fa Apple card, una carta di credito in titanio, tanto per fare gli sboroni, a cui via via si sono aggiunti servizi, come il “cashbak” al 3%, più di recente il Pay Later a tasso zero, e qualche giorno fa l’annuncio di Savings.
Un conto corrente, con rendimento annuo al 4,15% senza vincoli. Di fatto quel rendimento è circa un punto sotto i bot americani, tuttavia, e qui si arriva al punto per cui si stanno muovendo in fretta, sono parecchio più alti di un normale conto corrente. Che a stento arriva all’uno percento.
Con l’aumento dell’inflazione che oramai viaggia ben sopra il 6-7% teoricamente dovrebbero essere aumentati anche i rendimenti sui conti correnti bancari. Ed invece questo non accade sia in America che in Europa.
In realtà in America le banche piccole, come quelle che poi sono fallite in questo inizio anno, offrono interessi simili a quelli di Apple, perché stanno cercando di tenere la clientela. Le banche grosse invece offrono la loro solidità che si sconta con un interesse praticamente nullo o minimo.
Ma Apple? loro non sono una banca, infatti per fare il savings, si sono appoggiati a livello di partner con Goldman Sachs. Il loro conto infatti beneficia dell’assicurazione fino a 450.000$
Il risultato è stato quello di tirare su un miliardo di depositi in quattro giorni. Una cifra monstre, che nemmeno le banche più potenti sarebbero in grado di fare con un battage pubblicitario forsennato.
La strada, anzi il metodo, è quello visto altre volte. Apple fa la partnership con qualcuno del settore, qualunque esso sia, lo studia e poi nel momento del profitto diventa autonoma, sganciando il partner. Ed è quello il momento in cui va a dominare il settore che fino a tempo prima nemmeno era presente.
Con il settore bancario succederà proprio questo. Lo scopo finale sarà quello di creare un network di pagamenti attraverso i prodotti Apple, dove i soggetti terzi di transazione saranno totalmente esclusi. Vedi appunto i circuiti di pagamento come Visa e Mastercard, e le banche stesse.
Questa vision vi suona familiare?! Eh certo, perché il concept probabilmente lo hanno copiato dal mondo cripto, o meglio da alcuni progetti cripto. Solo che loro non hanno bisogno delle cripto e della blockchain.
Se pensiamo che oggi Apple Pay da sola muove flussi di danaro pari alle due più grosse banche americane messe insieme, è evidente che Apple sta per calare un nuovo jolly.
Nella ultima lettera agli azionisti, il CEO di Jp Morgan ha fatto proprio cenno a questa situazione, come molto pericolosa per il settore bancario tradizionale che sicuramente verrà investito da un tornato forza cinque.
Avremo modo di vedere cosa succederà. Nota di colore, dietro a tutto questo c’è una mente italiana, manco a dirlo.
Scopri di più da Walter's blog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.