Prendo lo spunto da questo bellissimo video, o meglio infografica, che prende in esame il software dal 1965 al 2023. I dati sono stati forniti da Statista specializzata in analisi di questo tipo.
Dire come hanno tirato fuori i dati, specie negli anni 60/70 e direi pure 80 a livello globale, penso sia impossibile. Facile che buona parte siano del “suolo” americano, e pure spannometrici.
Per altro come lo saranno quelli del 2023, sebbene più precisi grazie ad Internet. Nella costruzione progettuale software spesso si fa un minestrone, per cui si usano due o tre di quei linguaggi di programmazione, a meno che non si consideri solo il preminente per linee di codice o tipo di file.
Questo per dire che misurare non è per nulla facile ed è soggetto a troppe variabili. Partiamo dal 1965, data per altro sorprendentemente indietro nel tempo visto che i Personal Computer arriveranno praticamene venti anni dopo.
Per chi è giovane mi chiedo se quei nomi li abbia mai sentiti. Fortran stava per Formula Translating System, Cobol per Common Business Oriented Language. ALGOL, ad esempio, non ho idea di cosa sia, mai sentito. Di Lisp ricordo di averci avuto a che fare attraverso una delle sue mille emanazioni, a livello d’uso molto brevemente, qualche mese.
Fast forward di venti anni. 1985 comincia ad affacciarsi il concetto di Personal Computer.
La situazione è cambiata, ma non più di tanto se ci facciamo caso. Pascal, grazie alla sua semplificazione d’uso aveva preso il primo posto per essere scalzato da C, ma come vediamo sotto C++ si era già fatto vedere. Si tratta di un punto importante poiché dai “figli” di quest’ultimo vedremo i nuovi imperatori.
Di Ada ne ho sentito parlare come si sente parlare dei dinosauri, ma è interessante notare che solo dieci anni dopo la situazione prende una notazione già più moderna.
C e C++ dominano il gioco con l’80% del mercato, ma poco più sotto entrano due “signori” di un certo peso JavaScript per la costruzione di siti web dinamici e Visual Basic, come linguaggio base per sviluppare su Windows 95. Il mondo sta cambiando, Internet fa capolino e sistemi operativi non sono più testuali.
Mentre Ada, dalla prima posizione del 1985, è oramai scemata a meno dell’1%, pronto ad essere fagocitata dalle nuove leve come Java, guardate solo un anno dopo…
Due anni più tardi, 1998, entra in classifica un altro signore dal nome pesante, PHP.
Dal 2001 al 2018 la prima posizione è occupata da Java, seguita sostanzialmente da JavaScript, che ricordo a dispetto del nome non sono collegate se non per la collaborazione occorsa tra Netscape navigator (oggi Mozilla) e SUN Microsystem, proprietaria di JAVA (oggi Oracle).
Di questa dominance posso assicurarvi che ancora oggi le tracce sono più che tangibili, moltissimi progetti in vendita sono fondati su Java o su TOMCAT, cioè l’emanazione di JAVA su server HTTP.
Tuttavia, laggiù in fondo, siamo un anno dopo il crollo delle Torri Gemelle, fa capolino un “signorotto” con il nome di un animale poco rassicurante ovvero Python.
A fine 2005 entra in classifica Ruby, che nella successiva unione con Rails diventerà famoso per essere la base con cui è stato costruito Twitter. In questi anni ad affiancare C e C++ arriva Microsoft con C#.
Nel 2013 l’effetto smartphone si fa notare, dato che entra in classifica Swift che è l’attuale linguaggio di programmazione open di Apple, usato anche per la creazione di app per Iphone e Macos.
Questa è la situazione nel 2015, cioè 50 anni dopo l’inizio di questo strano viaggio.
PHP è già in declino, complici una serie di errori grossolani, e dire che qualche anno prima occupava la seconda posizione, pur lontana da JAVA. Mentre JavaScript sta raccogliendo i frutti della rivoluzione derivante da Node.js, ovvero la possibilità di eseguire codice anche sul server web in modo dinamico, parlando in modo nativo anche sul browser dell’uente. E’ la rivoluzione (e forse anche il vulnus) dei framework, perché Node da solo non ce la farebbe, per cui nascono React, Vue, Angular. Ovvero le mani lunghe di Facebook, Google, Amazon.
Tre anni più tardi succede l’impensabile, in un solo trimestre, nonostante la spinta della JS culture, Python si prende il primo posto. Complice la sua duttilità, l’industria 4.0 e l’inizio dell’intelligenza artificiale. JAVA perde qualche punto di mercato, tanto basta per capitolare al terzo posto.
Tra il 2020 e il 2021 Python prende il largo. Arriviamo ai primi quattro mesi di quest’anno (2023 per i posteri).
JAVA è nella sua fase di declino, il terzo posto è frutto della spinta “cinetica” dovuta ai progetti degli anni precedenti che lo vedevano come dominus di mercato. Andrà a calare inesorabilmente. Stesso discorso lo possiamo fare per PHP, ma traslato più avanti nella scala temporale, ovvero il suo declino è oramai evidente.
Anche JavaScript ha qualche problemino, dopo aver raggiungo e superato il 24% subisce una flessione per due motivi. Uno è visibile nella infografica, TypeScript è un JavaScript più moderno ed ambisce alla sua sostituzione. Due, il mondo Node e i suoi Framework in costante guerra stanno mostrando dei limiti. È chiaro che se qualcuno cerca sicurezza e stabilità si guarda in giro, o meglio guarda in alto.
Python ha continuato ad accelerare in modo costante dal suo ingresso. È facile da imparare, è molto duttile in praticamente qualsiasi situazione, espandibile, robusto. Se poi, come pare possa succedere, sarà integrato nei browser al pari di JavaScript, la dominance di mercato potrebbe facilmente sfondare il 50%.
Quindi Python è invincibile? No, perché dei limiti mitigati dalle capacità computazionali crescenti li ha. Ovvero la velocità. I due signorotti in fondo alla classifica, ovvero GO di Google e Rust (Mozilla) sono velocissimi.
Python è di default quasi ovunque, eccetto Windows, ma la stessa Microsoft ci tiene a spiegare come installarlo ed è piuttosto facile. Ha un “peso” trascurabile sul sistema operativo, e le librerie (per altro facili da fare) sono già sconfinate per numero e argomenti. Il consorzio che le racchiude si occupa anche della sicurezza.
Il quadro complessivo è appunto solidità, sicurezza. Python non è di un’azienda ed essendo open ci partecipano vari nomi. L’indicazione è che rimarrà qui per lungo tempo, ergo chi deve iniziare un progetto e conta sulle certezze, la scelta mi pare più che scontata. Di riflesso anche chi deve imparare un linguaggio, direi che ad oggi sia la scelta più saggia.
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