Riprendo ad una settimana di distanza la notizia che El Salvador ha dato corso legale al Bitcoin. Ed è la prima nazione al mondo a farlo, probabilmente sarà anche l’unica.
Andiamo con ordine, El Salvador è una nazione confinante con il Guatemala e Honduras nella porzione di terra che collega l’America con il Sud America. In sostanza è uno degli stati più piccoli della zona.
Quello che ci interessa è che di fatto non ha una moneta, infatti Bitcoin è la seconda valuta a corso legale di questa nazione, poiché la prima è il dollaro statunitense. Questa particolarità è piuttosto interessante perché di fatto la situazione fino a 10 giorni fa era simile a quella italiana.
L’Italia infatti ha il 13% della proprietà della BCE che governa l’Euro, El Salvador non ha nessun potere di governance. Per altro come tutte queste nazioni a sud degli Stati Uniti le monete spesso sono svalutate e con poco valore per i più svariati motivi. Di fatto però con il dollaro El Salvador è tecnicamente, dal punto di vista monetario, una colonia conto terzi. Quindi l’adozione del Bitcoin, al momento come moneta ufficiale numero due, è una mossa sicuramente ardita per via delle oscillazioni assurde che ha il cripto asset, ma nemmeno tanto stupida su una visione di lungo termine.
Certo, El Salvador come stato scommette al pari di qualsiasi Hodler, anzi forse ancora di più perché interessata a trattenere ed incrementare il loro wallet. Tuttavia la mossa potrebbe scollegarla dall’influenza stelle e strisce per ottenere una reale indipendenza, se non quella del mercato globale auspicabilmente non manipolato.
E’ chiaro che questa nazione non sia in grado di emettere una propria moneta senza che venga letteralmente devastata nelle quotazioni Forex, quindi la mossa di entrare nelle valute digitali ha un suo senso logico. E’ molto probabile che la reazione a livello bancario non sia stata per nulla ben accolta, da una parte c’è una prima legittimazione forte di questo mondo, dall’altra qualcuno tenta di sfuggire al sistema centralizzato. E se la cosa dovesse avere successo sarebbe un pericolosissimo precedente.
I media si sono già messi in moto, citando i Salvadoregni a migliaia in piazza “contro la dittatura del bitcoin”. In realtà la legge che decreta il corso legale era accompagnata in una sorta di pacchetto omnibus in cui dentro c’era un po’ di tutto. Anche la riforma della giustizia a quanto pare poco o nulla gradita. Da qui la parola “dittatura” usata come al solito in modo del tutto malizioso. L’obbiettivo è quello di screditare il Bitcoin che ora è decisamente pericoloso dal punto di vista politico piuttosto che finanziario. Sicuramente ne sentiremo parlare ancora, un po’ sulla falsa riga della Brexit. Quando ci sta una qualche notizia a sfavore di questa scelta, viene data con enfasi nei giornali italiani, quelle opposte non si sa nulla perché vengono taciute.
Una cosa è certa, il Bitcoin dalla settimana scorsa non è più un giocattolo, ma qualcosa di ben più serio. Ovviamente noi che siamo nella blockchain-world già lo sapevamo, ma quelli fuori che facevano gli scettici devono già cominciare a rivedere i loro paradigmi di istruzione finanziaria.
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