Stavo cercando di immaginarmi se una “trovata” simile l’avesse fatta una nota marca tecnologica anziché un’altra, quale potesse essere la “magnitudo” mediatica.
Partiamo da un po’ indietro, lo stereotipo del pescatore che descrive la carpa “carpita” sempre più grossa. C’è un po’ in tutti i settori, in quello fotografico è la luna.
Fare una foto della luna oramai è diventato più una specie di benchmark empirico per determinare, o vantare, le qualità fotografiche del mezzo e se vogliamo pure del fotografo.
Anche perché fare la foto alla luna non è difficile, ma allo stesso tempo nemmeno così facile, perché sono necessari alcuni ingredienti base come il cielo, la luna stessa se è piena o meno, l’esposizione, gli stop e non ultimo obiettivo (tipologia di lenti) e macchina fotografica.
Quindi uno smartphone può fare una foto alla luna? beh, sì, ma i risultati saranno quelli che sono visto che se prendiamo in esempio solo le lenti, queste sono dannatamente sacrificate stante il corpo dell’oggetto ridotto.
Eppure, Samsung nell’ultimo modello del suo top di gamma ha presentato tra i “filtri” della parte software fotografica, la “moon mode”. Cioè una specifica impostazione per fotografare la luna, con risultati considerevoli.
Ma non ci è voluto molto a far venire i dubbi a più di qualcuno, mettendo Samsung all’angolo che ha dovuto ammettere la cosa. In sostanza la foto della luna non è la “vostra luna” ma una foto fatta da altri con mezzi evidentemente differenti.
Questa parte mi ha fatto scappare una risata, in fondo è un deep-fake pure questo, e anche particolare. Infatti, la luna come sappiamo mostra sempre e solo una sola faccia, è tonda e generalmente luminosa ed anche considerando le varie posizioni dal pianeta e le varie differenze persino non fosse “piena” è predeterminabile.
In pratica un copia e incolla da appiccicare alla vostra foto, cambiando il satellite per farlo diventare pieno di dettagli con effetto wow.
Il risultato è il “moongate“, cioè utenti alquanto incazzati o delusi.
Resta il fatto che questo sarà davvero una specie di milestone, cioè le foto che faremo con i dispositivi del futuro saranno davvero reali?
Devo ammettere che il mio iPhone 12 “cicca” raramente una foto, anche in condizioni complicate, e questo mi ha portato ad usare lo smartphone come utility fotografica molto più spesso di quello che immaginavo. Allo stesso tempo quelle in esterna ammetto che sono un po’ “caricate” nel cielo che è davvero di un blu intenso, o l’erba di un verde brillante. Segno che la parte di post-processing scriptato una manina ce la mette di suo.
Se non altro quello che appare sul sensore non viene sostituito poi con roba farlocca. Quanto meno per ora…
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