Siamo al tempo dei modem 56k e delle connessioni internet dial-up, quindi ad occhio e croce fine anni 90. Ad un certo punto Infostrada se ne esce con una proposta commerciale, allora, interessante. Un abbonamento pseudo-flat per internet, una cosa del tipo ti connetti dalle 8 di sera alle 8 del mattino nei feriali, e le 24 ore per tutti i festivi e sabati senza pagare la tariffa oraria. Credo fossero 20.000 lire al mese o qualcosa di simile.
Dopo 3 o 4 anni di utilizzo arriva Telecom con la agognata ADSL. Quindi faccio la disdetta prima chiamando il call center e poi inviando la raccomandata.
Infatti le bollette non arrivano più e ritengo la questione chiusa. Un giorno arrivo a casa e vedo la cassetta postale straboccante di lettere, tanto da essere messe pure li in giro perché dentro neanche ci stavano.
Ma che… saranno state circa una trentina di buste, per altro della Wind, perché questa nel frattempo si era comprato Infostrada. Ognuna con una fattura a ritroso del tempo. In quella più vicina in ordine di tempo, accompagnata da una lettera che più o meno diceva “ci scusiamo per il disagio, ma abbiamo inviato solo ora le fatture per il servizio dovuto”. Un totale mi pare di 600 euro.
AHAHA che simpatici umoristi. Tra l’altro in ognuna delle fatture era presente il consumo utilizzato che ovviamente era pari a zero. Vado alla ricerca della ricevuta della raccomandata, capirai dopo tre anni ho pure faticato. Chiamo il call center e non sanno nulla, anzi non risulto proprio loro cliente. Andiamo bene.. via con un fax dove evidenzio la raccomandata e la lettera di disdetta. Il mio l’ho fatto, questa storia che sono sempre gli utenti in difetto mi sta sullo stomaco.
Passa qualche tempo, intervallato da altre bollette mensili di cui ovviamente me ne strafrego, arriva una lettera che mi preavvisa della chiusura del contratto e di tutti quelli collegati, anche fossero delle prepagate di telefonia mobile, hai capito sti mariuoli… Siccome la lettera è firmata riprovo con un secondo fax (che ha valore legale) a nome di costui.
Niente, nessuna risposta. Un giorno arriva una raccomandata con toni “mafioseggianti” da un recupero crediti. Le 600 euro, diventate 1200 forse a causa dell’umidità, erano state cedute (e ci sarebbe da discuterne visto che la cessione di un credito dovrebbe essere concertata tra le parti). Seguono delle telefonate verbalmente aggressive. Me ne sbatto e lo faccio capire in modo chiaro. Il credito è stato ceduto almeno tre volte da una agenzia ad un altra, con la solita raccomandata e l’ultima con la telefonata che sembravano più disperati che aggressivi. Hanno capito che buttava male e la mia pratica evidentemente finì nella modalità “non esigibile”.
Lavorando al tempo come assistenza informatica presso i Giudici di Pace, qualche dritta di prima mano l’avevo. Ho capito sostanzialmente un paio di cose:
Questi crediti vengono molto spesso inventati di sana pianta, l’azienda ha perso il cliente, tanto vale inventarsi che non ha disdetto il contratto ed emettere fatture “finte ma vere”. Il credito poi viene ceduto ad una di queste agenzie ad una frazione del valore nominale. Calcolate centinaia di pratiche, ed è una entrata extra.
Pratica miope direi, visto che il cliente è perso per sempre, quando invece potrebbe essere recuperato in futuro.
Le agenzie di crediti operano solo a livello psicologico, di fatto non hanno i poteri che banfano, tipo “ti pignoriamo la casa” o cose simili. La causa la devono fare nel foro di competenza dell’utente finale (se non erro non vale nel caso delle partite iva). Cioè devono trovarsi un avvocato, istruire la causa eccetera ovvero gli partono qualche migliaio di euro certi, senza sapere se avranno un ritorno. E se perdono c’è pure il rischio che devono pagare le spese della controparte.
Nel mio caso poi avrei stra-vinto, ma in genere anche avendo torto, con qualche centinaia di euro e l’incognita del giudice, nessuna di queste agenzie avrebbe provato per una mera questione di risk-reward statistica. Con migliaia di euro la questione sarebbe ben diversa, ma in quel caso potete contrattare come con i vu-cumprà sulla battigia d’estate.
Come ho detto queste agenzie comprano i crediti in numerosi blocchi, per cui è solo questione statistica, una buona parte finisce come non esigibile, qualcuno paga. Nel caso dovete molti soldi per davvero, vi conviene piangere il morto e dirgli “sono sul lastrico, ora ho solo X euro” dove X è una frazione del credito e cercare di chiudere la pratica. Molto probabilmente tra finire con un altra pratica a rischio perdita e prendere due spicci, conviene pure a loro la seconda opzione.
Non focalizzatevi sulla loro aggressività, lo fanno di mestiere, giocano sul filo della legalità per cui lo scopo è la paura. Chi è spaventato paga. Adeguatevi al loro game, ma state attenti a non usare parole offensive, o meglio utilizzate uno stato di menefreghista-sereno, come se foste l’avvocato di qualcun altro. Dite sempre all’inizio della telefonata che voi state registrando, anche se non è vero. Questo li indispone parecchio. A quel punto cercate di condurre il gioco ribaltando il ruolo di posizione di potere/comando. Capiranno molto in fretta che non ci sta “trippa per gatti”.
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