Potrebbe essere il plot per un film ed invece è storia vera.
O meglio, chiariamo, storia vera in parte, perché quello che mi ha affascinato non è tanto la storia in se, ma tutto quello ci gira attorno.
Siamo nel 1930 nella regione di Chihuahua nel Messico una signora, tale Pascualita Esparza Perales de Pérez è proprietaria di un negozio di vestiti da sposa che si chiama “La popolar”. Ha una figlia molto amata dalla madre.
Già qui sorgono i primi problemi, infatti ci sono versioni discordanti, alcuni dicono che la proprietaria in realtà era un proprietario. E che Pascualita era il nome della figlia, in altre versioni il nome della figlia non è noto, in altre ancora la madre si chiamerebbe Pascuala. Fatto sta che non ci sono dati certi, ma Pascualita è il nome con cui viene identificata la protagonista.
Pascualita (intesa come la figlia) il giorno delle nozze viene morsa, in circostanze poco chiare, da una vedova nera, un ragno letale per l’uomo, e tragicamente muore. Anche qui nulla di certo, altre versioni parlano di uno scorpione che si era nascosto nella tiara. Dopo la tragedia la Perales chiude per un periodo di tempo il negozio e quando andrà a riaprirlo, si dice il 25 marzo del 1930, tutto è come prima. Tranne per un particolare, un manichino esposto nella vetrina che guarda l’incrocio della strada.
Infatti questo manichino, a detta degli abitanti è molto simile alla figlia scomparsa, ma non è solo questo. Sembra fatto troppo bene e più di qualcuno comincia a credere che la madre abbia sottratto il corpo della figlia, fatto imbalsamare ed esposto. Ci sarebbero state parecchie polemiche, ma la proprietaria del negozio smentisce con forza, dicendo che quel manichino proverebbe dalla Francia e sarebbe giunto l’8 dicembre del 1929, giorno dell’Immacolata Concezione. La proprietaria conia il nome “la Chonita” e per la sua bellezza viene considerata la sposa più bella del Messico.
Nel 67 la proprietaria muore e il negozio viene venduto più volte, ma quel manichino rimane li al suo posto e al suo destino, ovvero ad esporre gli abiti da sposa sul quel trafficato incrocio, ancora oggi. Nel frattempo “la chonita” è diventata “la Pascualita”. Infatti la storia che ho raccontato negli anni ha generato molta curiosità e di sicuro un certo ritorno economico. Moltissimi turisti vanno al negozio La Popular ad ammirare proprio la presunta Pascualita. Una credenza dice (guardacaso) che se la sposa sceglie l’abito portato da Pascualita avrà fortuna. E’ facile immaginare che la fortuna sia sicuramente quella economica del negoziante.
Indubbiamente il manichino è fatto bene tanto da far invidia alle famose statue di cera di Madame Tussauds. Il fatto che sia stata realizzata nel 1930, in Messico in una cittadina, lascia un po’ perplessi. Ben più plausibile la versione francese. Tuttavia in questa storia non si hanno dati certi. La statua infatti è visibile dietro una vetrina e non una teca sigillata, per cui anche dal vivo è complicato stabilire se sia di plastica o meno. In ogni caso se si trattasse di un’opera tassidermica, questa comunque dovrebbe stare in ambienti controllati e ci sarebbe comunque uno stato di degrado, che in questo caso sarebbero assenti. Per giunta una vetrina esposta alla strada ci si può immaginare che venga colpita in modo diretto dai raggi solari, certamente deleteri per qualunque cosa che non sia plastica.
Resta il fatto che dal 1930 aleggia questo mistero, che incredibilmente è ancora tale. L’attuale proprietario glissa sulla risposta alla domanda se sia un vero manichino o meno. Pare che Pascualita venga cambiata d’abito ogni due settimane, ed in effetti la si vede con abiti diversi, ma questa operazione viene svolta dal proprietario e poche persone di sua fiducia in totale assenza da occhi indiscreti.
Nel 2018 Pascualita viene spostata dal negozio al Città del Messico per una mostra, ma quando torna indietro indubbiamente qualcosa non va. Il manichino è simile, ma non è lo stesso oppure è stato pesantemente modificato. Anche questo aggiunge benzina al mistero. Il movimento è stato deleterio e l’opera si è danneggiata?
C’è poi tutto il contorno di storie più o meno surreali, la statua seguirebbe con lo sguardo i clienti, quando non vista cambierebbe posizione della postura. Cosa che però non trova riscontro nelle foto visto che è sempre nella stessa posa, per altro condizione curiosa per un manichino che di solito ha parti mobili proprio per imitare il corpo umano. A volte riderebbe o piangerebbe. Le commesse del negozio avrebbero mostrato disagio a fine serata, quando a negozio deserto erano da sole con il curioso manufatto. Alcune che avrebbero assistito al cambio d’abito avrebbero parlato di “vene varicose” nelle gambe del manichino. Si arriva persino al miracolo, una donna colpita da un colpo d’arma da fuoco antistante al negozio, avrebbe chiesto l’aiuto di Pascualita che l’avrebbe miracolata.
Personalmente penso che un manichino fatto in Francia potesse avere una buona fattura costruttiva. Si nota ad esempio il collo che è innaturale, quasi tirato come una giraffa, tanto che in tutte le foto viene adornato con un pizzo. Penso che sia proprio una richiesta specifica, viceversa quel tipo di dettaglio non si vedrebbe. Le mani, molto fotografate come prova del realismo sono notevoli, ma un calco in gesso da utilizzare come negativo, porterebbe facilmente a riprodurre risultati di quel tipo.
Resta il fatto che la storia, finchè rimane coperta dal mistero, è un affare. Non a caso il negozio oggi si chiama “La Popular, la casa de Pascualita”
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