Alla pausa caffè l’altro giorno ti capita quello che poi talvolta alcuni di noi (qui su Hive) hanno riportato in questi anni. Qualcuno che quando sente tratti, a vario titolo, l’argomento delle cripto valute ti prende per un credulone.
L’obiezione di base è sempre quella, chi o cosa da il valore a Bitcoin (si cita quello per praticità d’uso). Quando faccio notare che l’euro o il dollaro sono sostanzialmente la stessa cosa, cioè una convenzione tra le parti, ovvero si accetta quella valuta e quel valore per lo scambio con un bene fisico o un servizio, ecco lo strabuzzare degli occhi.
E la seconda obiezione è il classico errore storico, cioè citare le riserve auree che tre quarti della gente crede siano a copertura della riserva monetaria. Cosa che sappiano non esistere più dai trattati di Bretton Woods del 1944.
Ma al di là delle disquisizioni storiche e in qualche modo anche filosofiche, è innegabile che posso capire la loro posizione, e per assurdo anche accettarla anche se non con il loro ragionamento.
Cioè le cripto valute detengono un valore, accettato tra chi compra e chi vende come atto unico e inviolabile del mercato dai tempi dei babilonesi, ma allo stesso tempo questo valore è indiscutibilmente legato al mondo digitale.
Il fatto che l’informatica di fatto permea praticamente qualsiasi settore produttivo e ancora di più nei servizi, fa si che le monete digitali, potenzialmente, hanno un valore intrinseco. E se ci pensiamo oramai anche le valute FIAT di fatto sono digitali, anche se centralizzate.
E cosa succede se nel futuro veniamo centrati in pieno da un Evento di Carrington e parecchi datacenter vanno arrosto? Lo scorso marzo abbiamo assistito ad un incendio di OVH a Strasburgo che ha messo offline una quantità enorme di siti.
Internet è stato progettato a livello militare nella sua fase iniziale, e il protocollo IP è in grado di poter raggiungere i server superstiti reindirizzando il loro routing (il percorso) con i nodi superstiti. Ma questo significa poco o nulla, specie oggi dove i siti sono interconnessi tramite i vari servizi tra di loro. Pensiamo ad esempio ai servizi di autenticazione.
E se l’infrastruttura può non essere così solida come si creda, la block chain lo è ancora di meno. Tra mining pool, server di witness e l’enorme consumo elettrico dovuto alla risoluzione crittografica, ecco la struttura decentralizzata è una roba ancora più debole sopra una cosa non del tutto solida. Ed è il motivo per cui si dice che le cripto valute sono investimenti ad altissimo rischio, per non dire certo.
Tuttavia è anche vero che internet, prima di internet (ad esempio le BBS) era a sua volta poggiato sul nulla ed oggi è un mostro tentacolare in grado di arrivare anche in cima all’Everest. Dire dove saranno fra 10 anni le cripto valute è un esercizio arduo. Puoi passare da visionario a cazzaro e viceversa. Resta il fatto che ancora oggi siamo in un momento se non altro interessante dove prendere qualche piccolo rischio finanziario vale la pena provarci.